martedì 6 febbraio 2018

Senza l’indirizzo Ip niente diffamazione

Senza l'accertamento dell'indirizzo Ip cui riferire il messaggio che offende la reputazione non può scattare la condanna per diffamazione. Lo sostiene la Corte di cassazione con la sentenza n. 5352 depositata ieri. La Corte ha così accolto il ricorso presentato dalla difesa di una donna, condannata per il reato di diffamazione, attraverso un messaggio diffuso attraverso Facebook, ai danni del sindaco di un paese del Sud. Tra le tesi alla base dell'impugnazione veniva soprattutto valorizzata l'assenza di una puntuale verifica dell'autorità giudiziaria dell'indirizzo Ip di provenienza, sul codice numerico assegnato cioè in via esclusiva a ogni dispositivo elettronico al momento della connessione a una determinata postazione del servizio telefonico, permettendo così di individuare la linea.
Per la Corte la posizione ha un suo fondamento. Per la condanna non è sufficiente attribuire rilievo alla provenienza del post da un profilo Facebook intestato alla donna, alla carica di sindacalista rivestita dalla stesa con i possibili elementi di conflitto nei confronti del sindaco. Il mancato accertamento compromette l'impianto accusatorio perchè non consente di procedere con il massimo grado di certezza possibile all'attribuzione della responsabilità; sarebbe infatti anche possibile, adombra la Corte, un utilizzo abusivo del nickname dell'accusata.

fonte: Cassa Forense - Dat Avvocato

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