lunedì 27 marzo 2023

Prostituzione: i rischi legali per il cliente

Non commette reato chi contatta una escort per fruire di una prestazione sessuale. Al contrario, chi facilita il contatto rischia di commettere il delitto di favoreggiamento o di sfruttamento della prostituzione (in quest’ultimo caso, se ne ricava un tornaconto personale).
Il cliente non potrebbe essere coinvolto penalmente, atteso che la prostituzione (consensuale tra maggiorenni) è legale. Di conseguenza, non risponderebbe in concorso con gli eventuali responsabili del favoreggiamento o dello sfruttamento.
Qualora la Procura disponesse delle indagini, ad esempio per accertare l’eventuale responsabilità di intermediari, non è da escludersi a priori che anche il cliente possa essere sentito a sommarie informazioni testimoniali quale persona informata sui fatti, ad esempio per provare l’attività delittuosa dello sfruttatore (art. 351 c.p.p.: «La polizia giudiziaria assume sommarie informazioni dalle persone che possono riferire circostanze utili ai fini delle indagini»).
In questa ipotesi, egli verrebbe contattato dalle forze dell’ordine delegate dal pubblico ministero. Formalmente, la legge prevede la notifica di un formale invito di presentazione a comparire quale persona informata sui fatti, contenente l’indicazione del giorno, dell’ora e del luogo della comparizione. La notifica avviene mediante consegna a mani da parte delle poste o, più spesso, di un carabiniere o di un membro della polizia municipale.
La persona citata ha l’obbligo di presentarsi davanti all’autorità che ha disposto la convocazione; qualora sia impossibilitata per gravi e giustificati motivi, dovrà comunicarlo tempestivamente.
La mancata comparizione davanti all’autorità competente senza legittimo impedimento può comportare l’accompagnamento coattivo da parte della polizia giudiziaria, la quale potrebbe quindi utilizzare la forza per prelevare la persona da sentire.
La persona informata sui fatti che riferisce circostanze non veritiere può incorrere in reato (ad esempio, in quello di favoreggiamento personale).
Essendo persona informata sui fatti, non sarebbe obbligatoria la nomina di un avvocato (necessaria, invece, per l’indagato sottoposto a interrogatorio).
Va tuttavia precisato che, nella prassi, le forze dell’ordine sono solite procedere a una prima convocazione con metodi informali, come ad esempio mediante una telefonata con cui si invita il soggetto a raggiungere la caserma per essere sentito. Ovviamente, ciò è possibile se le autorità sono in possesso di un recapito telefonico.
Non è quindi da escludere che l’invito possa avvenire, ove sussistano le condizioni, anche in forma orale.
Bisogna infine ricordare che la persona informata sui fatti assume la qualità di testimone durante la fase processuale, cioè se le indagini terminano con il rinvio a giudizio dell’imputato. In quella veste, dovrà comparire in tribunale all’udienza indicata nell’avviso che gli verrà consegnato.

mercoledì 15 marzo 2023

Termometro Altroconsumo: il benessere degli italiani è al punto più basso degli ultimi 5 anni

Secondo il termometro Altroconsumo, l'indagine annuale con cui si misurano la capacità di spesa degli italiani, sono sempre di più le famiglie in difficoltà e sempre di meno quelle senza problemi economici. L'impoverimento colpisce anche la classe media. Le voci che hanno messo più in crisi i bilanci familiari sono quelle per l’auto, le bollette, le vacanze e le cure dentistiche. In un anno sono aumentate del 13% le famiglie in difficoltà per l’acquisto di cibo.
Si restringe l’Italia che ce la fa, cedendo posizioni a quella che arranca e resta indietro. Il dato più sconcertante è che in appena un anno sono quasi raddoppiate le famiglie in gravi difficoltà economiche (dal 5% al 9%). Sulla stessa scia aumentano gli italiani che per far quadrare i conti sono costretti a tagliare grandi e piccole spese (dal 60 al 63%). Arretrano anche benestanti e classe media: sono infatti sempre meno (erano il 35%, ora sono il 28%) quelli che vivono una vita economicamente serena e arrivano alla fine del mese senza dover fare alcuna rinuncia.
Meglio al Nord e con la laurea
Nell’età in cui le crisi si danno la mano, e formano una morsa che non accenna mai ad allentarsi, l’indice del benessere cala dappertutto tranne che nella macroregione “Sud e Isole” che, pur guadagnando in un anno 0,7 punti, non si sposta però dall’ultima posizione. Resta ampia la forbice tra la capacità di spesa delle famiglie residenti nel Nordest (indice 46,7) e nel Nordovest (46,5) e quelle che invece vivono al Centro (44,1) e nel Sud e Isole (43,4).
Se la cava meglio chi abita nelle città di chi, all’opposto, risiede nei piccoli centri o nelle aree rurali. L’indice migliora anche in base al titolo di studio: le famiglie in cui entrambi i partner sono laureati mostrano una capacità di affrontare le spese ben più alta (48,6) rispetto a quelle in cui nessuno dei due ha conseguito la laurea (41,2).
La perdita di potere d’acquisto 
I salari fermi al palo, lo shock dei prezzi energetici, l’alta inflazione – che penalizza di più chi ha meno (ma fa perdere potere d’acquisto a tutti) – hanno fatto sì che le famiglie a basso reddito andassero in sofferenza persino sui consumi essenziali, come le bollette e la spesa alimentare. Tra i sei ambiti di spesa presi in esame nella nostra indagine sono proprio le voci relative all’abitazione e all’alimentazione quelle che in un anno (dal 2021 al 2022) fanno registrare l’incremento maggiore di famiglie in difficoltà, passate rispettivamente dal 39 al 49% e dal 24 al 37%.
Ma in generale, dopo quelle per la casa, sono le spese per la salute a mettere in crisi molte famiglie italiane – percentuale stabile al 43% –, seguite da quelle per la mobilità (40%). Nei sei ambiti di spesa considerati (abitazione, salute, alimentazione, mobilità, istruzione, cultura e tempo libero), le voci che hanno messo più in crisi le famiglie sono quelle per l’auto (il 59% ha difficoltà a sostenerle), le bollette (55%), le vacanze (50%) e le cure dentistiche (49%). Inoltre in un anno aumentano di 13 punti percentuali le famiglie in difficoltà per l’acquisto di cibo (passando dal 24 al 37%). In quest'ambito le voci di spesa che hanno generato più problemi sono carne e pesce (40%) e frutta e verdura (37%).
Previsioni pessimiste 
Non c’è quindi da stupirsi che gli italiani guardino al futuro con sfiducia. Il 45% pensa che in questo 2023 sarà ancora più complicato arrivare a fine mese, contro il 14% di quelli che invece pensano che sarà più facile. E i risparmi? Il 76% prevede che farà fatica a mettere soldi da parte; una difficoltà che nel 2022 ha sperimentato il 70% degli intervistati.

Torna l'ora legale: ecco la data e cosa ha deciso l'Italia sull'abolizione

A Marzo il passaggio all'ora legale ci ricorderà che l'estate è ormai sempre più vicina, anche grazie alle giornate che inizieranno ad essere via via sempre più lunghe. Il cambio dell'ora in questo marzo 2023 avverrà tra Sabato 25 e Domenica 26: alle 2 di notte passeremo automaticamente alle 3 di notte. Dormiremo quindi un'ora in meno, ma il giorno dopo il tramonto avverrà un'ora più tardi e potremo quindi godere di un'ora di sole in più.
Da anni si parla e si vocifera sulla possibile abolizione del cambio d'ora in Italia, ma è giusto ricordare che sono stati soprattutto i paesi del Nord Europa a spingere su questa possibile abolizione. Vista la loro posizione geografica infatti, nei mesi estivi questi paesi non vedono un particolare beneficio nel cambio d'ora, che conviene di più ai paesi del Mediterraneo, dunque anche all'Italia. Il cambio d'ora continuerà quindi anche nei prossimi anni sul Belpaese.
Molti anni fa era riconosciuta come "ora estiva", a differenza di ora legale: è infatti un orario che si usa nei mesi più caldi dell'anno, con più ore di sole, sfruttando al meglio le ore di luce nei mesi che vanno dalla primavera all'autunno. Grazie al cambio d'ora infatti, le ore di luce coincidono con le ore di attività della maggior parte della popolazione e si risparmia moltissimo sul piano dell'energia. Senza ora legale, diverse ore di luce dell'alba fino al momento in cui iniziano la gran parte delle attività lavorative della popolazione, andrebbero letteralmente "perse".

Responsabilità professionale medica, stop alle "liti temerarie" contro i medici

 Stop alle "liti temerarie" contro i medici: su 100 cause per responsabilità professionale, nel penale, solo il 5% porta a una con...