Il gesto del carabiniere che mostra il distintivo alla donna che gli ha appena danneggiato la macchina, non può essere ricondotto alla particolare tenuità del fatto e sfuggire dunque alla condanna.
Così si ha deciso la Corte di Cassazione con sentenza n. 4702/17 depositata il 31 gennaio.
Il caso. La Corte d’appello confermava la sentenza del Giudice di Pace laddove condannava un carabiniere per aver commesso il reato di minaccia a danno d una donna che, eseguendo una manovra di parcheggio, gli aveva accidentalmente danneggiato l’auto. La minaccia era avvenuta con la contestuale esibizione del proprio distintivo di appartenenza all’Arma dei Carabinieri.
L’imputato ricorre dinanzi alla Corte di Cassazione contestando la natura minacciosa delle sue espressioni, che invece manifestavano – a suo dire – la semplice intenzione di avviare la procedura assicurativa per il risarcimento del danno. Inoltre, sostiene il ricorrente, l’esibizione del distintivo era diretta a rassicurare la vittima e non ad intimidirla, come invece ritenuto dalla Corte territoriale.
Minaccia con esibizione del distintivo. La Cassazione conferma la sentenza impugnata che ha considerato minacciose le espressioni utilizzate dal carabiniere proprio per la portata determinante del gesto di mostrare il proprio distintivo. Tale comportamento infatti accompagnava l’affermazione «Vedrai cosa ti succede» e deve dunque considerarsi come manifestazione della volontà di intimidire la donna con la più grave minaccia di un uso strumentale della propria funzione pubblica.
Pertanto, la Suprema Corte rigetta il ricorso.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it/«Vedrai cosa ti succede» e mostra il distintivo: carabiniere condannato per minaccia - La Stampa
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giovedì 9 febbraio 2017
«Vedrai cosa ti succede» e mostra il distintivo: carabiniere condannato per minaccia
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