lunedì 7 novembre 2016

“Pensa prima di condividere”: Orlando e Facebook per un utilizzo consapevole dei social

Nel pomeriggio di giovedì 3 novembre 2016, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando e i rappresentanti di Facebook Italia hanno presentato la guida «Pensa prima di condividere», per l’utilizzo consapevole dei social media e la sicurezza online.
«Tutti dicono che condividere è positivo. Grazie alla tecnologia possiamo condividere le nostre idee e opinioni, le foto e i video con gli amici e le altre persone. Nella maggior parte dei casi, condividere è positivo. Tuttavia, se non lo facciamo in modo adeguato, corriamo il rischio di ferire noi stessi e o le altre persone».
«Pensa prima di condividere». Questo l’incipit della guida «Pensa prima di condividere», presentata nel pomeriggio di giovedì 3 novembre, presso il Museo Criminologico a Roma, dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, con la partecipazione del Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità Cascini, del direttore dell’IFOS Pisano, del responsabile Relazioni Istituzionali Facebook Italia Bononcini e della dirigente dell’Ufficio IV della DGMC Mastropasqua.
Una guida interattiva, ricca di “clicca qui” per poter invogliare i giovani a leggere le storie di altri ragazzi. Questo perché sono proprio loro i destinatari di questa guida: i giovani.
I tuoi contenuti. Al centro del documento vi è infatti la sicurezza informatica, alla quale si richiama l’attenzione, «chiediti: voglio che le persone mi vedano in questo modo? Questo contenuto potrebbe essere usato per ferirmi? Mi darebbe fastidio se fosse condiviso con altre persone? Qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere se lo condividessi?», un invito a pensare prima di condividere. L’attenzione viene rivolta anche ai contenuti sessualmente espliciti che i ragazzi sono spesso incitati a condividere con il proprio partner.
Come rimediare ad una scelta sbagliata. Si invitano i giovani a non disperare in caso di scelte sbagliate. Le soluzioni consigliate variano dall’eliminazione del proprio nome e cognome da post o foto in cui si è stati “taggati”, all’invito a parlare direttamente con la persona che ha condiviso il contenuto, e, infine, alla denuncia alla Polizia di Stato, nelle situazioni più gravi.

Per scaricare la guida clicca quiVersione finale Think before you share.pdf

Fonte: www.dirittoegiustizia.it

Nessun commento:

Posta un commento

Responsabilità professionale medica, stop alle "liti temerarie" contro i medici

 Stop alle "liti temerarie" contro i medici: su 100 cause per responsabilità professionale, nel penale, solo il 5% porta a una con...