venerdì 11 ottobre 2013

Il risparmio di spesa può essere il profitto dell'evasione fiscale

La titolare di una ditta individuale si opponeva al sequestro preventivo per equivalente disposto dal GIP sui suoi beni per imposte evase tramite dichiarazione fraudolenta. In particolare, i giudici del merito avevano rilevato che la donna aveva emesso fatture per operazioni inesistenti, ritenendo irrilevante il fatto che a fronte delle fatture sarebbero stati emessi titoli per il pagamento, considerato che la merce non poteva essere prodotta e venduta da soggetti privi di struttura organizzativa e produttiva. La donna ricorreva in Cassazione assumendo – tra l’altro – che le somme sequestrate non costituivano né il prezzo, né il prodotto, né il profitto del reato e richiamava a tal fine una serie di pronunce giurisprudenziali. La Suprema Corte – con la sentenza del 9 ottobre 2013, n. 41696 – dichiarava inammissibile il motivo di ricorso suddetto affermando che in tema di reati tributari, il sequestro preventivo, funzionale alla confisca per equivalente, può essere disposto non soltanto per il prezzo, ma anche per il profitto del reato. Nel caso in esame, era stato accertata la sussistenza del fumus dei reati finanziari e sulla base di tale accertamento ai giudici di legittimità è apparso del tutto corretto il sequestro dei beni dell’indagata per il valore corrispondente a quello del profitto del reato che deve intendersi non solo come positivo incremento del patrimonio personale, ma anche come “qualsiasi vantaggio patrimoniale direttamente derivante dal reato, anche se consistente in un risparmio di spesa”.

Fonte: http://fiscopiu.it/La Stampa - Il risparmio di spesa può essere il profitto dell'evasione fiscale

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