I racconti fatti dalla donna sono ritenuti attendibili e inchiodano il coniuge: è stata costretta anche a sopportare umiliazioni, offese e percosse, oltre a sottostare agli istinti sessuali del marito.
La parola di lei contro la parola di lui. Per i Giudici il racconto fatto dalla donna però è sicuramente attendibile, e ciò è sufficiente per condannare il marito, colpevole di avere maltrattato per anni la moglie, umiliandola, offendendola e costringendola ad avere rapporti sessuali (Cassazione, sentenza n. 16608/17, sez. III Penale, depositata il 4 aprile scorso).
Ribellione. Ricostruita la vicenda, sono emersi in modo chiaro i comportamenti violenti tenuti per lungo tempo dall’uomo nei confronti della coniuge. Solo dopo anni di sopportazione, difatti, la donna ha trovato il coraggio di ribellarsi, denunciando quel marito che per lei è stato un aguzzino.
Il quadro da lei tracciato non lascia spazio a dubbi: il marito l’ha «maltrattata, imponendole condotte umilianti, ingiuriandola con espressioni offensive e volgari», anche «in pubblico», e «percuotendola in modo da provocarle lesioni serie», e, in diverse occasioni, «l’ha costretta, con la minaccia ed usando la forza, ad avere rapporti sessuali con lui».
Consequenziale la condanna, prima in Tribunale e poi in Appello, per l’uomo, che, però, vede mitigata la pena: da «7 anni di reclusione» è scesa a «4 anni e 3 mesi».
Violenza. La riduzione del tempo da trascorrere in carcere resta però l’unica vittoria per il marito violento. In Cassazione, difatti, vengono respinte le obiezioni proposte dal difensore dell’uomo, e finalizzate a sostenere che le «dichiarazioni» della donna siano state frutto della «elevatissima conflittualità esistente fra i due coniugi».
Per i magistrati non è in discussione l’attendibilità della donna. Ciò vale innanzitutto sul fronte dei «maltrattamenti», confermati da «certificazioni mediche» e da «dichiarazioni testimoniali». E identica ottica si applica anche agli «abusi sessuali» compiuti dall’uomo, con la moglie «costretta, anche con atti di violenza fisica di fronte al suo rifiuto, ad avere rapporti intimi con lui».
Da confermare in toto, quindi, la condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione decisa in Appello.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it/Moglie obbligata a fare sesso: marito condannato - La Stampa
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martedì 11 aprile 2017
Moglie obbligata a fare sesso: marito condannato
Lo Studio Legale Mancino si occupa di tutte le fasi dell'assistenza legale in sede penale, sia per la difesa delle persone sottoposte a procedimento, sia per la tutela delle vittime di reato come parti civili. Lo Studio opera anche in tutti gli ambiti del diritto civile, dalla contrattualistica, al diritto di famiglia, separazioni e divorzi, successioni, diritti reali, assicurazioni e responsabilità civile, diritto bancario, nonché nel settore del diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali. L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione. E' iscritto alle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Lo Studio è a disposizione dei Colleghi che hanno necessità di collaborazione e/o di domiciliazione per tutti gli uffici giudiziari compresi nelle circoscrizioni dei Tribunali di Ferrara e Bologna.
Dal 2018 l’Avv. Emiliano Mancino aderisce al progetto Difesa Legittima Sicura, una rete di professionisti sul territorio nazionale che dà tutela legale a chiunque sia vittima di violenza.
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