Multa di 1.000€ per l’uomo, che dovrà anche versare un risarcimento di 5.000€ alla donna. Sanzionato l’utilizzo del termine “mantenuta” nella causale dei vaglia con cui mensilmente versa il mantenimento all’ex moglie.
Definire “mantenuta” una persona, donna o uomo che sia, è reato. Il ricorso a quella parola, difatti, ha un evidente carattere dispregiativo. Esemplare, in questa ottica, la condanna nei confronti di un uomo che ha offeso l’ex moglie, indicandola come “mantenuta” nella causale dei vaglia postali con cui mensilmente le versa il mantenimento deciso in Tribunale (Corte di Cassazione sentenza n. 522 del 5 gennaio).
Causale. L’uomo è finito sotto accusa per diffamazione. L’ex moglie, difatti, si è lamentata, e non poco, per quel dettaglio sgradevole presente sui vaglia da lei ricevuti, cioè la causale in cui veniva identificata come “mantenuta”. E per i giudici la rabbia della donna è assolutamente comprensibile. Così, prima il Giudice di Pace e poi il Tribunale hanno ritenuto l’uomo colpevole, condannandolo a 1.000€ di multa e obbligandolo a versare all’ex moglie 5.000€ come risarcimento del danno.
Epiteto. E la linea di pensiero delineata in secondo grado viene condivisa anche dalla Cassazione. Inutili le obiezioni difensive proposte dall’avvocato dell’uomo e finalizzate, in sostanza, a minimizzare la condotta finita sotto accusa. Su questo fronte, in particolare, viene evidenziato che l’ex marito ha effettuato la spedizione di un plico sigillato, escludendo così la possibilità che il testo del telegramma potesse essere letto da persone – un operatore postale, ad esempio – diverse dalla destinataria.
Per i magistrati del ‘Palazzaccio’, invece, si presume «la sussistenza del requisito della comunicazione con più persone qualora l’espressione offensiva sia inserita in un documento», come un vaglia, destinato per sua natura ad essere visionato da più persone.
Non è in discussione, infine, neanche la gravità dell’epiteto. Evidente che il termine “mantenuta” risulta offensivo della reputazione della donna, additata come «percettrice di reddito in assenza di qualsivoglia prestazione lavorativa».
Fonte: www.dirittoegiustizia.it/Ex moglie additata come “mantenuta”: marito condannato al risarcimento - La Stampa
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lunedì 9 gennaio 2017
Ex moglie additata come “mantenuta”: marito condannato al risarcimento
Lo Studio Legale Mancino si occupa di tutte le fasi dell'assistenza legale in sede penale, sia per la difesa delle persone sottoposte a procedimento, sia per la tutela delle vittime di reato come parti civili. Lo Studio opera anche in tutti gli ambiti del diritto civile, dalla contrattualistica, al diritto di famiglia, separazioni e divorzi, successioni, diritti reali, assicurazioni e responsabilità civile, diritto bancario, nonché nel settore del diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali. L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione. E' iscritto alle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Lo Studio è a disposizione dei Colleghi che hanno necessità di collaborazione e/o di domiciliazione per tutti gli uffici giudiziari compresi nelle circoscrizioni dei Tribunali di Ferrara e Bologna.
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