Chi paga gli aquisti online con PayPal potrà ottenere il rimborso se prova che la merce non è mai arrivata. Lo ha stabilito l’Antitrust, che aveva avviato un procedimento contro la società PayPal “accusata” di aver inserito alcune clausole vessatorie nel “Programma protezione acquisti”.
Nella nuova formulazione del punto 13.4 delle condizioni d’uso, infatti, si prevede che «PayPal può chiedere al venditore di presentare la documentazione giustificativa comprovante che le merci sono state consegnate all’acquirente. Se il venditore presenta tali elementi di prova, PayPal può risolvere il reclamo in favore del venditore anche se l’acquirente sostiene, in assenza di elementi di prova decisivi, di non aver ricevuto il bene acquistato. Nel provvedimento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato si chiarisce che «si consente all’acquirente di produrre prove documentali volte a dimostrare l’assenza di consegna del bene acquistato, facoltà non concessa secondo la precedente formulazione della clausola, per cui il reclamo potrà essere risolto da PayPal in favore del soggetto che presenta elementi di prova a sostegno della sua tesi».
Inoltre, PayPal ha dovuto modificare anche la clausola - ritenuta vessatoria - relativa alla conformità della descrizione del prodotto: secondo l’Antitrust PayPal non definiva chiaramente il concetto di prodotto “notevolmente non conforme alla descrizione” riservandosi una discrezionalità nella verifica delle effettive difformità e quindi del relativo rimborso.
Fonte: www.ilsole24ore.com/FrancescaMilano/Antitrust, PayPal deve rimborsare il cliente che prova la mancata consegna - Il Sole 24 ORE
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giovedì 3 marzo 2016
Antitrust, PayPal deve rimborsare il cliente che prova la mancata consegna

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