domenica 28 febbraio 2016

"Dislessico, non pigro": Bologna, il Tar promuove lo studente e sconfessa i prof

Bocciato in prima liceo perché per i professori non studiava abbastanza. Invece era dislessico. E gli stessi insegnanti, dice ora una sentenza del Tar di Bologna, che ha riammesso lo studente alla classe successiva, non hanno considerato questa sua patologia ampiamente segnalata e certificata. La sentenza è eclatante ed è destinata a far discutere, rispetto ai percorsi accidentati che vive tra i banchi chi soffre di disturbi specifici dell'apprendimento, i cosiddetti "Dsa".

Il caso è denunciato dalla famiglia che, dopo la bocciatura al Sabin nel giugno scorso, ha iscritto il figlio in un liceo paritario. Lo studente ha ricominciato dalla prima, per poi passare in seconda a dicembre, quando è arrivata la sentenza del Tar, che non è stata impugnata dall'Avvocatura dello Stato. "Una scelta che non avrei voluto fare, perché ho sempre creduto nella scuola pubblica, ma voglio così denunciare l'impreparazione che c'è sui Dsa, gli ostacoli incontrati, le sofferenze e le ingiustizie come la bocciatura, che hanno annientato l'autostima di mio figlio - spiega la mamma -. Tra l'altro, nel nostro caso, la diagnosi è arrivata tardi, nonostante siamo stati sempre presenti e disponibili ad approfondire il perché di quelle solite frasi: è intelligente, ma potrebbe fare di più, è svogliato".

I giudici, ripercorrendo la vicenda, ricordano le misure "dispensative" prescritte dalla legge per chi è dislessico, disortografico e discalculico, come in questo caso: la "sintesi vocale", che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto, il registratore per prendere appunti, l'uso della calcolatrice, programmi di videoscrittura con correttore ortografico. Per concludere: la scuola, "pur in possesso di una diagnosi di disturbi specifici dell'apprendimento già nel dicembre 2014 e nonostante abbia predisposto apposito piano didattico personalizzato, non ha poi dato concreta attuazione ad esso".

La bocciatura è stata decisa sulla base dei voti, in particolare i "quattro" in inglese e in italiano. "Ma dallo stesso verbale del consiglio di classe che all'unanimità ha deciso di non ammettere l'alunno alla classe successiva - scrivono i giudici - traspare che i problemi di "gravi difficoltà" nella rielaborazione ed esposizione dei contenuti delle varie materie" sono stati considerati come la conseguenza di carenze applicative e negligenze del discente, mentre i comportamenti del ragazzo non sono stati valutati "alla luce del fatto che aveva una certificazione Dsa". Inoltre, si legge, nelle materie di indirizzo la sufficienza era piena.

"La bocciatura va motivata in riferimento alle caratteristiche dello studente, questo non è stato fatto. E nelle materie in cui il ragazzo era più in difficoltà, come italiano e inglese, questo è stato ancora più disatteso", commentano i legali Claudio Paolini e Alessandra Martalò. "Una sentenza importante per Bologna, in altre parti d'Italia i giudici si sono già espressi in tal senso. Un messaggio per le altre famiglie: è possibile fare qualcosa. Riscontriamo che spesso nelle scuole c'è una scarsa formazione in materia di Dsa". Il caso è seguito dall'associazione di volontariato Relessica. Gli avvocati, e la stessa associazione, sono chiari: la dislessia, come la disortografia, disgrafia e discalculia, non sono malattie nè disabilità. "La scuola ha rispettato il piano personalizzato, il consiglio di classe ha ritenuto che lo studente non avesse le conoscenze necessarie per la promozione - replica la preside del liceo -. Comunque, quando avrò l'atto, cercherò di capire dove abbiamo sbagliato. Le sentenze servono anche a migliorare".

Fonte: www.repubblica.it//"Dislessico, non pigro": Bologna, il Tar promuove lo studente e sconfessa i prof - Repubblica.it

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