lunedì 23 settembre 2013

Caso Aldrovandi, giusto il carcere per l’agente penitenziario

Corte di cassazione - Sezione I penale - Sentenza 23 settembre 2013 n. 39215
   
È stato legittimo il carcere, come misura di esecuzione della pena, per Paolo Forlani, uno degli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi. Lo ha sancito la prima sezione penale della Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dal poliziotto contro l'ordinanza con cui il tribunale di sorveglianza di Bologna, nel gennaio scorso, aveva respinto la domanda di Forlani di poter scontare la pena ai domiciliari o con l'affidamento ai servizi sociali.

Forlani, condannato in via definitiva con i colleghi Luca Pollastri, Monica Segatto ed Enzo Pontani a 3 anni e mezzo di reclusione per omicidio colposo in relazione alla morte di Aldrovandi, avvenuta il 25 settembre 2005, ha scontato interamente la sua pena (soli 6 mesi effettivi, perché 3 anni gli erano stati condonati con l'indulto) e ha lasciato il carcere di Ferrara alla fine dello scorso luglio. Oggi è sospeso dal servizio temporaneamente: la sanzione disciplinare comminatagli é infatti la sospensione dal servizio per 6 mesi.

Il tribunale di sorveglianza di Bologna aveva negato all'agente le misure alternative al carcere ritenendo che da parte sua non fosse «intervenuta alcuna manifestazione di esplicita e concreta resipiscenza», nessun «gesto simbolico di solidarietà» era stato da lui fatto «nei confronti dei parenti della vittima, ai quali il risarcimento era stato pagato dallo Stato - si legge nella sentenza della Suprema Corte depositata oggi - anzi, sul suo sito Facebook erano emerse sue pessime esternazioni all'indirizzo della madre della vittima, proprio all'indomani della sua condanna definitiva».

Nella sentenza, inoltre, si ricorda «il comportamento oltremodo negativo tenuto da tutti gli imputati dopo il fatto ed in ambito processuale»: di Forlani, erano emersi «inaffidabilità, difetto di autocontrollo, incapacità di gestire una situazione, che seppur delicata, non era certo eccezionale - si legge ancora nella sentenza - per un appartenente alla Polizia di Stato, preposto alla salvaguardia e alla tutela dei diritti dei cittadini». Il sostituto Pg di Cassazione, Nicola Lettieri, nella camera di consiglio svoltasi lo scorso 9 luglio, aveva sollecitato l'annullamento con rinvio della pronuncia del tribunale di sorveglianza, ma le sue conclusioni non sono state condivise dai giudici della prima sezione penale di piazza Cavour, i quali hanno dichiarato inammissibile il ricorso di Forlani perché basato su «motivi del tutto aspecifici, che si riducono ad una generica censura di carenza di motivazione».

fonte: ilsole24oreCaso Aldrovandi, giusto il carcere per l’agente penitenziario

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