Secondo il termometro Altroconsumo, l'indagine annuale con cui si misurano la capacità di spesa degli italiani, sono sempre di più le famiglie in difficoltà e sempre di meno quelle senza problemi economici. L'impoverimento colpisce anche la classe media. Le voci che hanno messo più in crisi i bilanci familiari sono quelle per l’auto, le bollette, le vacanze e le cure dentistiche. In un anno sono aumentate del 13% le famiglie in difficoltà per l’acquisto di cibo.
Si restringe l’Italia che ce la fa, cedendo posizioni a quella che arranca e resta indietro. Il dato più sconcertante è che in appena un anno sono quasi raddoppiate le famiglie in gravi difficoltà economiche (dal 5% al 9%). Sulla stessa scia aumentano gli italiani che per far quadrare i conti sono costretti a tagliare grandi e piccole spese (dal 60 al 63%). Arretrano anche benestanti e classe media: sono infatti sempre meno (erano il 35%, ora sono il 28%) quelli che vivono una vita economicamente serena e arrivano alla fine del mese senza dover fare alcuna rinuncia.
Meglio al Nord e con la laurea
Nell’età in cui le crisi si danno la mano, e formano una morsa che non accenna mai ad allentarsi, l’indice del benessere cala dappertutto tranne che nella macroregione “Sud e Isole” che, pur guadagnando in un anno 0,7 punti, non si sposta però dall’ultima posizione. Resta ampia la forbice tra la capacità di spesa delle famiglie residenti nel Nordest (indice 46,7) e nel Nordovest (46,5) e quelle che invece vivono al Centro (44,1) e nel Sud e Isole (43,4).
Se la cava meglio chi abita nelle città di chi, all’opposto, risiede nei piccoli centri o nelle aree rurali. L’indice migliora anche in base al titolo di studio: le famiglie in cui entrambi i partner sono laureati mostrano una capacità di affrontare le spese ben più alta (48,6) rispetto a quelle in cui nessuno dei due ha conseguito la laurea (41,2).
La perdita di potere d’acquisto
I salari fermi al palo, lo shock dei prezzi energetici, l’alta inflazione – che penalizza di più chi ha meno (ma fa perdere potere d’acquisto a tutti) – hanno fatto sì che le famiglie a basso reddito andassero in sofferenza persino sui consumi essenziali, come le bollette e la spesa alimentare. Tra i sei ambiti di spesa presi in esame nella nostra indagine sono proprio le voci relative all’abitazione e all’alimentazione quelle che in un anno (dal 2021 al 2022) fanno registrare l’incremento maggiore di famiglie in difficoltà, passate rispettivamente dal 39 al 49% e dal 24 al 37%.
Ma in generale, dopo quelle per la casa, sono le spese per la salute a mettere in crisi molte famiglie italiane – percentuale stabile al 43% –, seguite da quelle per la mobilità (40%). Nei sei ambiti di spesa considerati (abitazione, salute, alimentazione, mobilità, istruzione, cultura e tempo libero), le voci che hanno messo più in crisi le famiglie sono quelle per l’auto (il 59% ha difficoltà a sostenerle), le bollette (55%), le vacanze (50%) e le cure dentistiche (49%). Inoltre in un anno aumentano di 13 punti percentuali le famiglie in difficoltà per l’acquisto di cibo (passando dal 24 al 37%). In quest'ambito le voci di spesa che hanno generato più problemi sono carne e pesce (40%) e frutta e verdura (37%).
Previsioni pessimiste
Non c’è quindi da stupirsi che gli italiani guardino al futuro con sfiducia. Il 45% pensa che in questo 2023 sarà ancora più complicato arrivare a fine mese, contro il 14% di quelli che invece pensano che sarà più facile. E i risparmi? Il 76% prevede che farà fatica a mettere soldi da parte; una difficoltà che nel 2022 ha sperimentato il 70% degli intervistati.
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