In caso sia stata già pronunciata la separazione scatta il reato di appropriazione indebita per il coniuge che si rifiuta di restituire i beni di proprietà dell'altro coniuge. Così la Corte di cassazione con la sentenza n. 52598 depositata ieri ha respinto il ricorso della moglie separata che, essendo in possesso dei beni del marito, si era rifiutata di restituirglieli. Contro la condanna, confermata in appello, per il reato previsto dall'articolo 646 del Codice penale, la ricorrente, oltre a richiedere un'inammissibile rivalutazione dei fatti di causa da parte della Cassazione, sosteneva che la querela del marito - a 2 anni dalla separazione - fosse tardiva. Rendendo - secondo la ricorrente - la propria condotta ormai non più rilevante ai fini penali.
Ma i giudici di legittimità respingono l'argomento difensivo spiegando che il giorno dell' interversione del possesso”da cui decorre il termine della querela non è quello della dichiarazione di separazione che autorizza a riappropriarsi dei propri beni, ma quello in cui viene negato il diritto al legittimo proprietario. Cioè, nel caso concreto, rilevava il momento in cui il marito comunicando alla moglie di volersi recare a ritirare i propri beni nel locale che era nella disponibilità di lei si è visto rispondere che nulla vi avrebbe trovato in quanto - proprio al fine di impedirgli l'esercizio del diritto di proprietà - aveva provveduto a svuotare il luogo dove erano stati posti. Circostanza confermata dai giudici nella fase di merito.
fonte:Cassa Forense - Dat Avvocato
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sabato 24 novembre 2018
È appropriazione indebita non restituire beni al coniuge separato
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