giovedì 22 marzo 2018

Studi di settore, conclusioni della Corte Ue: la norma è legittima

Gli studi di settore italiani non vìolano la normativa europea. A condizione, però, «che siano rispettati gli articoli 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali, ciò che spetta al giudice nazionale di verificare. Articoli che riguardano, rispettivamente, il diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale nonché la presunzione di innocenza e i diritti della difesa». È stato l'avvocato generale della Corte di giustizia Ue, lo svedese Nils Wahl, a giudicare "conforme al diritto dell'Unione" la normativa fiscale italiana, nelle conclusioni a cui è giunto nella causa intentata davanti alla commissione tributaria di Reggio Calabria da un contribuente che aveva contestato l'accertamento, in materia di Iva, effettuato dell'Agenzia delle entrate. Secondo le conclusioni dell'avvocato generale, la scelta di usare uno strumento quale gli studi di settore al fine di individuare i contribuenti che potrebbero non aver dichiarato la totalità dell'IVA e di valutare gli importi eventualmente esigibili appare rientrare nel margine di discrezionalità che la direttiva Iva riconosce agli Stati membri nell'individuare le misure e le sanzioni appropriate per assicurare la riscossione dell'IVA per intero e prevenire l'evasione. Tuttavia, nelle conclusioni si precisa che qualsiasi rettifica effettuata dall'amministrazione fiscale"deve essere in grado di condurre a risultati veritieri" sull'ammontare dell'IVA spettante allo Stato (dovendosi tenere ben distinto il recupero dell'IVA in sé dalla sanzione per l'omesso o il ritardato pagamento). Pertanto, gli studi di settore, in quanto strumenti per il recupero dell'IVA, "devono essere accurati, attendibili e aggiornati". Inoltre, tale meccanismo di accertamento induttivo deve prevedere, allo scopo di raggiungere un risultato veritiero, "un contraddittorio con il contribuente e la possibilità per quest'ultimo di offrire la prova contraria alle presunzioni utilizzate dall'amministrazione".

fonte: Studi di settore, conclusioni della Corte Ue: la norma è legittima - ItaliaOggi.it

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