giovedì 23 febbraio 2017

Tra moglie e marito nessun “segreto bancario”. Anche durante la separazione

Il TAR Bari ha riconosciuto alla moglie il diritto di prendere visione della documentazione bancaria del marito durante il procedimento giudiziario di separazione ed indipendentemente dall’ordine del giudice.
Il caso. In pendenza di un procedimento di separazione giudiziale tra due coniugi dinanzi al Tribunale di Bari, la moglie ha presentato istanza all’Agenzia delle Entrate chiedendo l’accesso alla documentazione finanziaria del coniuge, tramite l’Anagrafe dei rapporti finanziari, ai fini della determinazione dell’assegno di mantenimento. Contro il rifiuto dell’Agenzia, la donna ha proposto ricorso al TAR.
Prevale il diritto di accesso se necessario per la tutela di un interesse giuridicamente rilevante. Il TAR rileva che deve essere riconosciuto «il diritto del coniuge, anche in pendenza del giudizio di separazione o divorzio, ad accedere alla documentazione fiscale, reddituale e patrimoniale dell’altro coniuge, al fine di tutelare il proprio interesse giuridico, attuale e concreto, la cui necessità di tutela è reale ed effettiva e non semplicemente ipotizzata».
Con la modifica della l. n. 241/1990 da parte della l. n. 15/2005, inoltre, è stata affermata la prevalenza del diritto d’accesso agli atti amministrativi rispetto all’interesse alla riservatezza dei terzi qualora tale diritto sia esercitato a tutela di un interesse giuridicamente rilevante. Nel caso in esame, il diritto alla riservatezza previsto per l’accesso ai documenti “sensibili” del coniuge deve essere contemperato con la tutela degli interessi economici e della serenità familiare, soprattutto con riguardo ai figli della coppia.
Per questi motivi, il TAR accoglie il ricorso e ordina all’Agenzia delle Entrate l’accesso ai documenti richiesti dalla ricorrente, nella forma della sola visione, entro 30 giorni dal ricevimento della sentenza.

Fonte: www.ilfamiliarista.it /Tra moglie e marito nessun “segreto bancario”. Anche durante la separazione - La Stampa

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