martedì 20 settembre 2016

Termosifoni con le valvole termostatiche entro dicembre o si paga fino a 2500 euro di multa

Sono molte le famiglie che, in queste settimane, si stanno affrettando a installare le valvole termostatiche con i contabilizzatori di calore. Il termine ultimo per adeguarsi alla normativa (102/2014) è stato confermato per il 31 dicembre di quest’anno. Molti hanno tardato, anche perché speravano in una proroga. Chi non si adegua rischia sanzioni che vanno da 500 a 2500 euro a seconda delle disposizioni adottate dalle singole Regioni. L’operazione, che riguarda soltanto i condomini con riscaldamento centralizzato, promette un risparmio futuro sul conto annuo da pagare e farà bene all’ambiente. Non mancano però dubbi e i rischi sono molti.
Intanto, per mettere a norma i radiatori, le famiglie si ritrovano a dover sborsare una somma iniziale che, in tempi di crisi, non è indifferente. La cifra complessiva da tirare fuori può superare i mille euro a famiglia. Per ammortizzarla ci vorranno dai cinque ai sei anni (sono previste comunque detrazioni). Per ogni calorifero si devono pagare dai 70 ai 100 euro ma si arriva anche a picchi di 200 euro ad apparecchio. Le tariffe variano a seconda delle città e in base al tipo di condominio e di impianto. La corsa dell’ultimo minuto dei tanti ritardatari sta facendo salire i prezzi. Chi opera in questo settore racconta di un boom di richieste di intervento in queste ultime settimane, di materiali che scarseggiano e rialzi dei prezzi.
«Il risparmio sui costi riscaldamento di casa è intorno al 20% - calcola Laurent Socal, esperto della materia e consulente di Confconsumatori -. Da ora in poi si pagherà in base ai consumi effettivi e non più sulla base dei millesimi di casa come avveniva prima». Probabilmente ci sarà più attenzione agli sprechi, le nuove valvole sono molto facili da utilizzare e si potrà, a seconda delle esigenze del momento, chiudere o aprire i singoli radiatori in tutta la casa o in singole stanze o giornate.
Sulle potenzialità di risparmio non sono tutti concordi. Il sindacato dei piccoli proprietari di casa (Uppi) è scettico e denuncia nuovi guai in arrivo. «E’ evidente che alcuni appartamenti, per esempio i piani alti e i piani inferiori a contatto con il terreno, si troveranno con un conteggio dei consumi che sarà più alto rispetto al passato – dice Angelo De Nicola, vicepresidente nazionale dell’Uppi -. In più, oltre alla spesa iniziale per la messa a norma di tutti i radiatori, bisognerà poi pagare ogni anno una società per tutti i conteggi, appartamento per appartamento» (per gli esperti però si tratta di 2-3 euro a radiatore all’anno). Ci sono poi casi estremi come quello di chi vive in un condominio con più appartamenti non occupati. Si ritroverà con spese lievitate perché dovrà accollarsi tutte le dispersioni del palazzo.
Inoltre i calcoli della spesa per ogni abitazione non sono semplici da fare. «Ci troveremo con molte liti in più e con più contenziosi da risolvere perché le valvole segneranno un certo consumo e la ditta che dovrà fare la ripartizione dovrà far collimare i dati e farà aggiustamenti che creeranno molti scontenti» prevede De Nicola. «Il guaio è che in questo settore ci sono molta disinformazione e molti operatori improvvisati – dice Socal -. La materia, a cavallo tra tecnico e giuridico, è complicata e manca una guida dalla pubblica amministrazione».
Le detrazioni
La regola d’oro per chi si appresta a installare le valvole è quello di chiedere più preventivi e non fermarsi alla prima proposta. Si risparmia poi con le detrazioni. «Se questo tipo di interventi viene svolto in concomitanza alla sostituzione del generatore di calore esistente con una nuova caldaia a condensazione, si può presentare la richiesta di detrazione del 65%, prevista per gli interventi di efficientamento energetico e dedicata agli edifici esistenti» – spiega Marco Ogliengo, amministratore delegato di ProntoPro.it, portale di intermediazione di professionisti online.

Fonte: www.lastampa.it/Termosifoni con le valvole termostatiche entro dicembre o si pagano 2500 euro di multa - La Stampa

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