lunedì 21 dicembre 2015

Punta il dito contro un uomo e gli dice “Te la faccio pagare”: condannato

Confermata la visione tracciata dal Giudice di pace. Inequivocabile il senso della frase. Rilevante anche il gesto che ha accompagnato le parole. In questo senso si è pronunciata la Cassazione con la sentenza 44893/15.

Il caso

Soldi in ballo. Clima teso tra due uomini. E uno scarica la propria rabbia verbalmente: “Tanto te la faccio pagare”, dice rivolto all’altro, puntandogli un dito contro, come a sottolineare le parole. Quello sfogo, però, costa carissimo. L’uomo è condannato per il reato di minaccia. A ritenere grave la condotta dell’uomo, però, è stato già il Giudice di pace, che lo ha ritenuto responsabile di «minaccia».

Decisione sorprendente, secondo il Procuratore Generale. Ecco spiegato il ricorso in Cassazione. Chiara la linea proposta: evidente la mancanza di «apprezzabile potenzialità offensiva» nella frase “Tanto te la faccio pagare”, riferibile «all’azione legale» poi proposta dall’uomo e relativa a un problema di soldi. Peraltro, sempre secondo il Procuratore Generale, erano mancati, in occasione dell’episodio incriminato, anche «gli elementi indicativi della lesività della libertà morale della persona offesa».

Ogni obiezione, però, si rivela inutile. Per i giudici della Cassazione, difatti, non si può trascurare un particolare importante: l’uomo, nel «pronunciare quell’espressione», aveva anche «puntato il dito» contro la persona offesa. Evidente, e conseguenziale, il «potenziamento dell’effetto intimidatorio», già desumibile, per la verità, dal «tenore della frase» che, evidenziano i giudici, «aveva attitudine ad intimorire prospettando, sia pure in modo indeterminato, il verificarsi di eventi spiacevoli». Tutto ciò conduce a confermare la condanna per il reato di «minaccia».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /Punta il dito contro un uomo e gli dice “Te la faccio pagare”: condannato - La Stampa

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