Inequivocabile e decisivo il contesto della vicenda e della frase, ossia i rapporti conflittuali tra i due coniugi. Ciò permette di considerare chiaro, seppur sottinteso, il significato della parola non scritta dall’uomo. Consequenziale la contestazione del reato di ingiuria (Cassazione, sentenza 44145/15).
Il caso
Svolta decisiva in Tribunale: i giudici condannano un uomo per «ingiuria» nei confronti della moglie, da cui si è separato. Fatale un messaggio inviato sul cellulare della moglie. In particolare, viene ritenuto chiarissimo il significato della lettera ‘b’ accompagnata da tre puntini sospensivi a chiusura dello scritto: così l’uomo ha voluto offendere la coniuge, definendola “b...tana”.
Decisivo, per i giudici, il contesto, ossia, da un lato, la conflittualità tra i due coniugi, e, dall’altro, la frase utilizzata dall’uomo, “Stai attenta a quello che fai tu b...”, frase sicuramente «non amichevole». E tale visione viene condivisa anche dai giudici della Cassazione: una volta ricostruito il «contesto», è corretta la percezione da parte della donna, sentitasi offesa dal messaggio del marito. Obiettivo dell’uomo era rivolgere una «ingiuria» alla coniuge, e quindi si può leggere «la lettera ‘b’ seguita dai puntini sospensivi» come un occultamento del termine “b...tana”.
Richiamo decisivo, anche per i giudici del ‘Palazzaccio’, alla complessa vicenda riguardante i coniugi, che «vivevano separati» e ai quali «erano stati affidati congiuntamente i figli minori» e che, «proprio a causa dell’affidamento», avevano avuto delle «divergenze», sfociate anche in una serie di messaggi ‘velenosi’. Tale contesto è rilevante, difatti, per «valutare la portata offensiva di una espressione verbale», anche se solo «sottintesa». Ciò perché, quando, come in questa vicenda, «il termine, maliziosamente non compiutamente espresso, sia oggettivamente identificabile come un’offesa», è possibile considerare concreto il «reato di ingiuria».
Fonte: www.dirittoegiustizia.it /Messaggio chiuso con una ‘b’ e puntini sospensivi. Lei si sente additata come donna di malaffare. Marito condannato - La Stampa
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mercoledì 25 novembre 2015
Messaggio chiuso con una ‘b’ e puntini sospensivi. Lei si sente additata come donna di malaffare. Marito condannato
Lo Studio Legale Mancino si occupa di tutte le fasi dell'assistenza legale in sede penale, sia per la difesa delle persone sottoposte a procedimento, sia per la tutela delle vittime di reato come parti civili. Lo Studio opera anche in tutti gli ambiti del diritto civile, dalla contrattualistica, al diritto di famiglia, separazioni e divorzi, successioni, diritti reali, assicurazioni e responsabilità civile, diritto bancario, nonché nel settore del diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali. L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione. E' iscritto alle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Lo Studio è a disposizione dei Colleghi che hanno necessità di collaborazione e/o di domiciliazione per tutti gli uffici giudiziari compresi nelle circoscrizioni dei Tribunali di Ferrara e Bologna.
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