martedì 18 agosto 2015

#Ecstasy in tasca, ma la discoteca è già chiusa: non regge l’ipotesi del consumo di gruppo

‘Scorta’ rilevante: ben 26 ‘pasticche’ di ecstasy. Questo il ‘bottino’ rinvenuto dalle forze dell’ordine a conclusione dell’arresto di un uomo. Logico parlare di detenzione finalizzata allo spaccio. Impensabile, invece, l’ipotesi del cosiddetto ‘consumo di gruppo’, anche, anzi soprattutto, considerando il quantitativo. Rilevante, infine, il fatto che l’uomo – e i ragazzi che erano con lui – siano stati fermati a poca distanza sì da una discoteca, ma oramai chiusa (Cassazione, sentenza 32748/15).

Nessun dubbio per i giudici: evidente il reato di «detenzione illecita di ecstasy», destinata allo «spaccio». Consequenziale la condanna dell’uomo, «arrestato in flagranza di reato» e beccato in possesso di «26 ‘pasticche’»: a suo favore, però, la valutazione del fatto come «di lieve entità». Mettendo da parte questo elemento – su cui dovranno tornare i giudici di merito, per definire il «trattamento sanzionatorio» –, però, pare indiscutibile la colpevolezza dell’uomo. Su questo fronte, difatti, i giudici del ‘Palazzaccio’ ritengono corretta la visione tracciata in Appello, laddove si è ritenuta assai fragile la «ricostruzione difensiva», secondo cui l’uomo era «in possesso delle ‘pasticche’» per conto di «un gruppo di ragazzi, intenzionato a farne uso comune».

Evidente, in sostanza, «la incoerenza di tale ricostruzione con il fatto che» l’uomo è stato «trovato in possesso dello stupefacente quando ormai la discoteca era chiusa», cioè quando la location «ove si sarebbe dovuto fare uso comune della droga non era più utilizzabile allo scopo». Peraltro, viene aggiunto, «il quantitativo detenuto eccedeva quello che poteva essere consumato dal gruppetto in quella serata».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /Ecstasy in tasca, ma la discoteca è già chiusa: non regge l’ipotesi del consumo di gruppo - La Stampa

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