martedì 21 luglio 2015

“Io sono più intelligente di te”: orgoglio ferito, ma nessuna offesa

Scontro verbale, ma non certo di elevatissimo livello... Uno rivendica: “Io sono più intelligente di te”. E l’altro la prende malissimo. Ciò nonostante, però, e pur ipotizzando una ‘ferita’ all’orgoglio, è impensabile considerare quella frase come offensiva (Cassazione, sentenza 25517/15). A sorpresa, però, gdp prima e giudici del Tribunale poi hanno ritenuto le frasi attribuite all’uomo (“Io sono più intelligente di te” e “Non finisce qui, ti aspetto fuori”) di ‘peso’ tale da «offendere» e «minacciare» la persona a cui esse erano state rivolte. Consequenziale la condanna «alla pena di 440 euro di multa» e al «risarcimento dei danni» quantificati in «complessivi 1.000 euro».

Di avviso opposto si mostrano ora i giudici della Cassazione, i quali, ribaltando completamente la prospettiva tracciata nei giudizi di merito, ritengono assolutamente prive di fondamento le accuse nei confronti dell’uomo. Innanzitutto, la prima fase incriminata, ossia “Io sono più intelligente di te”, ha, secondo i giudici, «carattere neutro e, comunque, penalmente irrilevante». Impossibile, quindi, parlare di offesa all’«onore personale e professionale» dell’uomo destinatario di quella frase. Allo stesso tempo, è davvero fragile, sempre ad avviso dei giudici, il «carattere minatorio» della frase “Non finisce qui, ti querelo… quando smonto dal servizio ti aspetto fuori”. Queste parole si caratterizzano, spiegano i giudici, per la loro «sostanziale genericità». In sostanza, la seconda frase incriminata, anche perché «non accompagnata da altri significativi comportamenti», non era «idonea ad incutere timore» nel destinatario, proprio «per l’assenza di prospettazione di un qualunque male ingiusto».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /“Io sono più intelligente di te”: orgoglio ferito, ma nessuna offesa - La Stampa

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