martedì 26 maggio 2015

Parte il divorzio breve: l’ingorgo nei tribunali rischia di allungare i tempi

Legge retroattiva: riguarda anche chi ha già iniziato il percorso

Attesissima, scatta oggi l’ora X per il Divorzio Breve. Entra in vigore la riforma e non sono più necessari 3 anni di separazione per arrivare al divorzio. Da oggi sono sufficienti 6 mesi se la decisione è consensuale oppure 12 se giudiziale. Ed è una grande novità anche che la comunione dei beni si sciolga quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale; prima della riforma occorreva il passaggio in giudicato della sentenza di separazione. A questo punto, però, si teme l’onda anomala di decine di migliaia di coppie che hanno già maturato un anno o due di separazione e vorranno, legittimamente, approfittare della velocizzazione. Il rischio è che si crei un ingorgo nei tribunali. La legge, infatti, è retroattiva. Non distingue tra chi inizia oggi il percorso e chi l’ha già iniziato. Dice semplicemente che la tappa di arrivo è stato spostata in avanti per tutti.

L’allarme

Gli addetti ai lavori sono in allarme: i tribunali civili rischiano di andare in affanno. «Secondo le nostre stime - dice l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’associazione matrimonialisti italiani - quest’anno ci sarà il doppio di richieste di divorzio: normalmente sono cinquantamila procedimenti all’anno, ma dato che si sono create d’improvviso le condizioni per tanti che erano a metà percorso, ne arriveranno altrettanti tra giugno e luglio».

 Se alcuni giudici sono molto preoccupati dal fenomeno dell’onda anomala (Gloria Servetti, presidente della sezione che si occupa di diritto di famiglia a Milano, ha detto al Sole 24 Ore: «Questa riforma ci affosserà»), l’avvocato è più ottimista: «Ci sarà un contraccolpo nei primi mesi, ma i tribunali si sono attrezzati e non più tardi di ottobre-novembre avranno smaltito questa mole un po’ eccezionale di lavoro». Inutile illudere, invece, chi ha contenziosi difficili. I nodi restano.

Facile oltre che breve  

In parallelo con la riforma che ha accelerato i tempi, sforbiciando sui tempi della separazione, è entrata in vigore un’altra riforma importante, detta del Divorzio Facile. Si può cioè divorziare senza passare da un tribunale, ma con la cosiddetta negoziazione assistita di un avvocato (o due, se ciascuno dei coniugi in crisi ha il proprio legale di fiducia) o addirittura senza avvocati e davanti al sindaco (ma solo qualora non ci siano figli né trasferimenti immobiliari). Quest’ultima procedura ha il grande vantaggio di essere stra-economica: con 16 euro di bolli è tutto fatto. La parcella degli avvocati è ovviamente più salata.

I primi risultati di questo Divorzio Facile - che oggi saranno illustrati al ministero della Giustizia - sembrano incoraggianti, ma non rivoluzionari. Nei primi cinque mesi del 2015, sono state 250 le coppie che hanno scelto la via alternativa a Milano. A Genova erano 9 coppie a febbraio, 28 a marzo. A Roma, 42 a febbraio e 132 a marzo. «C’è ancora molta ritrosia ad affidarsi solo agli avvocati - riconosce Gassani -. Se si creerà un ingorgo nei tribunali, però, molti sceglieranno le formule alternative». Ed è quanto spera il governo: che sempre più coppie rinuncino al tribunale.

La polemica

C’è chi pensa che la legge sia stata un’occasione perduta. Per l’avvocato matrimonialista Francesca Zanasi il limite è la persistenza stessa della separazione obbligatoria per arrivare al divorzio. «Dovrebbe essere facoltativa o abolita, per approdare al divorzio diretto, come peraltro avviene già in molti Paesi europei».

fonte: www.lastampa.it//Parte il divorzio breve: l’ingorgo nei tribunali rischia di allungare i tempi - La Stampa

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