lunedì 17 marzo 2014

Giovane, ribelle e madre... inadeguata: dichiarato lo stato di abbandono della figlia minore

Esclusa una probabile evoluzione in senso positivo della situazione, stante l’incapacità della madre di giovarsi dell’aiuto degli operatori e degli educatori del servizio sociale. È quanto emerge dalla sentenza 28213/13 della Cassazione.

Il caso

Accertata l’incapacità genitoriale di una giovane madre, emersa anche all’esito di vari tentativi di collaborazione con i servizi sociali, il Tribunale dei minorenni prima, e la Corte di appello poi, hanno dichiarato lo stato di abbandono della figlia minore della donna. Lo stato di adottabilità come soluzione estrema. La Corte Suprema - a cui ha presentato ricorso la giovane donna - ritenendo inammissibile il ricorso, ricorda che il minore ha sì diritto di rimanere nella propria famiglia di origine, con conseguente ricorso allo stato di adottabilità come soluzione estrema, quando ogni altro rimedio appare inadeguato, con «l’esigenza dell’acquisto o di un recupero della capacità genitoriale in tempi compatibili con l’esigenza del minore di uno stabile contesto familiare». È esclusa una probabile evoluzione in senso positivo. Ed è proprio questo che manca nel caso in esame. Infatti, secondo quanto accertato dai giudici territoriali, la giovane donna non ha mai accettato il rispetto delle regole e ha assunto, fin da quando andava a scuola, comportamenti trasgressivi. E poi, i nonni materni avevano sicuramente contribuito alla confusione della donna, «stimolandone l’onnipotenza». Pertanto, già i giudici di merito avevano – giustamente secondo la Cassazione - «escluso una probabilità di evoluzione in senso positivo, stante l’incapacità della madre di giovarsi dell’aiuto – nei cui confronti ha sempre mostrato un atteggiamento di ‘insofferenza ed opposizione’ – degli operatori e degli educatori del servizio».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - Giovane, ribelle e madre... inadeguata: dichiarato lo stato di abbandono della figlia minore

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