martedì 21 gennaio 2014

Tre episodi violenza in tre anni non integrano il reato di maltrattamenti in famiglia

Non bastano tre episodi di violenza, due sul figlio e uno sulla moglie, in un periodo di tre anni per configurare il reato di maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza 2326/2014, annullando il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare, assunto in via cautelare dal tribunale di Roma.



La fattispecie di reato

Secondo la Suprema corte, infatti, <<il reato de quo richiede per la sua configurazione, una serie abituale di condotte che possono estrinsecarsi in atti lesivi dell’integrità psicofisica, dell’onore, del decoro o di mero disprezzo e prevaricazione del soggetto passivo, attuati anche in un arco temporale ampio, ma entro il quale possono agevolmente essere individuati come espressione di un costante atteggiamento dell’agente di maltrattare o denigrare il soggetto passivo>>.



Secondo la giurisprudenza elaborata dalla VI Sezione, invece, <<fatti occasionali ed episodici, pur penalmente rilevanti in relazione ad altre figure di reato (ingiurie, minacce, lesioni) determinati da situazioni contingenti (ad es. rapporti interpersonali connotati da permanente conflittualità) e come tali insuscettibili di essere inquadrati in un una cornice unitaria, non possono assurgere alla definizione normativa di cui all’art. 572 cod. pen.>>.



Per queste ragioni l’ordinanza è stata annullata con rinvio e ora il tribunale competente dovrà <<argomentare in maniera più esauriente circa la possibilità di ravvisare nei fatti e negli episodi prospettati dall’accusa pubblica e privata il reato di maltrattamenti>>.



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fonte: ilsole24ore.com/Tre episodi violenza in tre anni non integrano il reato di maltrattamenti in famiglia

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