martedì 3 dicembre 2013

PA, va sempre motivata la variazione della rendita catastale

L’attribuzione della nuova rendita catastale deve essere motivata se difforme rispetto alle indicazioni fornite dal contribuente. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza 27008/2013, respingendo il ricorso dell’Agenzia del territorio che aveva provveduto a variare la rendita di un immobile di Mestre adibito da una banca a propria sede a seguito di lavori di ristrutturazione.

Secondo la Suprema corte, infatti, “sussiste un obbligo dell’Amministrazione di sorreggere con adeguata motivazione ogni atto con cui ‘accerti’ un quid di fiscalmente rilevante”.

Mentre, ovviamente - spiega la sentenza - non occorre alcuna motivazione ove l’Amministrazione operi su dati forniti dal contribuente o comunque già definiti fra le parti.

Dunque, nel caso di attribuzione di una rendita catastale per “stima diretta” l’ammontare della rendita stessa discende dal valore attribuito al bene. E “la mera indicazione di una diversa valutazione rispetto a quella proposta dal contribuente costituisce quindi il dispositivo dell’atto e non la motivazione”, che deve (a somiglianza di quanto accade in caso di applicazione dell’imposta di registro) invece enunciare i criteri e gli elementi che determinano la mancata accettazione delle indicazioni del contribuente.
Mentre nel caso specifico non erano indicati “i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche” dell’avviso emesso dalla Amministrazione.

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fonte: ilsole24ore/PA, va sempre motivata la variazione della rendita catastale

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