domenica 29 dicembre 2013

C'è reato anche se ad essere vessata è la convivente

I maltrattamenti in famiglia si configurano anche se ad essere sottoposta a vessazioni morali e fisiche è la convivente. E’ quanto emerge dalla sentenza 28414/13 della Cassazione.

Il caso
Maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.), questo il reato per cui un uomo è stato condannato per aver minacciato, offeso e percosso, cagionandole lesioni, la propria compagna, con cui conviveva (seppur a volte vivessero separatamente). La convivenza more uxorio non deve essere necessariamente stabile. A confermare la condanna è la Corte di appello, la quale afferma, richiamando un orientamento della giurisprudenza di legittimità, che la convivenza more uxorio non deve essere necessariamente stabile, ma «deve solo esprimere la volontà della coppia di vivere nella prospettiva di creare un legame di solidarietà e di reciproca assistenza». La donna era sottoposta a continue vessazioni morali e fisiche. L’ulteriore, e ultima conferma, arriva dalla Corte di Cassazione che, dichiarando inammissibile il ricorso, conferma che la conclusione a cui è pervenuta la Corte di secondo grado ha fondamento, tanto da far ritenere la sussistenza di una precisa determinazione dell’imputato di sottoporre la propria convivente «a continue vessazioni morali e fisiche di notevole gravità tanto da far emergere in termini incontrovertibili l’abitualità della condotta prevaricatrice e aggressiva».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it/La Stampa - C'è reato anche se ad essere vessata è la convivente

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