Peculato e non abuso d’ufficio per l’amministratore unico che usa la carta di credito aziendale per ragioni private se lavora per una Spa che persegue un interesse pubblico. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza 40954/2013, giudicando sul ricorso dell’amministratore di una società integralmente partecipata dal comune di Castellammare che gestiva in concessione lo sfruttamento delle acque termali.
Infatti secondo la Suprema corte “i soggetti inseriti nella struttura organizzativa e lavorativa di una società per azioni possono essere considerati pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, quando l’attività della società medesima sia disciplinata da una normativa pubblicistica e persegua finalità pubbliche, pur se con gli strumenti privatistici”.
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