giovedì 2 aprile 2020

Espulsione per lo straniero condannato: irrilevante il legame con due figli minorenni

L’avere due figli minorenni, presenti anch’essi in Italia con la madre, non è elemento sufficiente per mettere in discussione l’espulsione dello straniero irregolare destinato al carcere per via di una condanna definitiva. Pur a fronte dell’importante richiamo difensivo alla tutela della unità familiare , i giudici ritengono decisivo il fatto che i figli non siano cittadini italiani (Cassazione, sentenza n. 10846, sez. I Penale, depositata il 30 marzo 2020).

Espulsione. Pomo della discordia è il provvedimento con cui il magistrato di sorveglianza ha ufficializzato l’espulsione di uno straniero irregolare a titolo di sanzione sostitutiva della detenzione prevista a causa di una condanna definitiva. A confermare quel provvedimento è anche il Tribunale di sorveglianza, osservando che la condizione di paternità di due figli minorenni non è ostativa all’espulsione dello straniero, poiché i due minori difettano del requisito della cittadinanza italiana .
Per chiudere il cerchio, comunque, viene anche osservato che in presenza di eventuali gravi motivi connessi con lo sviluppo psico-fisico dei minori soggiornanti nel territorio nazionale, tenuto conto dell’età e delle condizioni di salute degli stessi, il familiare avrebbe potuto chiedere e ottenere dal Tribunale per i minorenni, seppure per un periodo determinato, l’autorizzazione all’ingresso o alla permanenza sul territorio .
Cittadinanza. L’ultima carta a disposizione del cittadino straniero è il ricorso in Cassazione, ricorso centrato sul diritto di mantenere saldi ed effettivi legami familiari con i propri figli .
In particolare, il legale osserva che il suo cliente ha dimostrato il rapporto di effettiva convivenza intrattenuto con una signora, regolarmente soggiornante in Italia, e con i figli avuti da costei , e ciò comporta in caso di esecuzione del provvedimento di espulsione, una grave lesione del diritto all’unità familiare, tutelato a livello costituzionale e sovranazionale , diritto che riguarda non solo lo straniero ma anche i suoi figli.
Per i giudici del ‘Palazzaccio’, però, va ricordato che si può mettere in discussione l’espulsione a fronte di stranieri conviventi con parenti entro il secondo grado o con il coniuge, di nazionalità italiana. Rilevano, quindi, i legami familiari, con chiaro riferimento al concetto di ‘nazionalità’ che deve intendersi coincidente con quello di ‘cittadinanza’.
Ampliando poi l’orizzonte, viene anche ricordato che «non può effettuarsi alcun giudizio di comparazione tra la situazione dello straniero coniugato con altro straniero e dello straniero coniugato con un cittadino italiano».
Logico, quindi, affermare che il diritto all’unità familiare riguarda gli stranieri legati con prossimi congiunti non solo effettivamente conviventi, ma, soprattutto, aventi cittadinanza italiana, e questa precisazione riguarda anche il vincolo parentale con figli minorenni ma, come in questo caso, non cittadini italiani.

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