sabato 3 novembre 2018

Cerca il riavvicinamento con l’ex fidanzata: condannato per stalking

L’imputato non ha accettato la rottura della relazione e ha ossessionato l’ex compagna, facendole anche visite a sorpresa sul luogo di lavoro. Per i Giudici ci si trova di fronte a un chiaro caso di stalking.
Lei ribadisce il suo ‘no’ alla possibilità di ritornare con lui, che però non accetta la rottura della relazione e la pedina letteralmente, oltre a tempestarla di telefonate e di messaggi, per provare un riavvicinamento.
Inevitabile la condanna – a dodici mesi di reclusione – per l’ex compagno, resosi protagonista, secondo i Giudici, di una condotta perfettamente catalogabile come stalking (Corte di Cassazione, sentenza n. 48874/18).
Visite. Univoca per i Giudici la lettura della vicenda e l’analisi dei singoli episodi che hanno visto protagonista l’accusato. Nessun dubbio, in sostanza, anche in Cassazione, sul fatto che egli abbia compiuto «atti persecutori» ai danni dell’ex compagna, costretta a subire pedinamenti, minacce e molestie telefoniche.
Evidente il fatto che l’accusato, pur a distanza di tempo dalla rottura della relazione, abbia continuato a cercare un riavvicinamento con l’ex compagna. E in questa ottica si collocano «le ripetute visite, anche a sorpresa, di lui sul luogo di lavoro di lei; l’invio di messaggi dal contenuto minaccioso e offensivo – senza risposta da parte di lei –; le continue chiamate telefoniche, nonostante lei avesse spiegato che non era sua intenzione riprendere il rapporto». Tutti comportamenti che, concludono i giudici, sono catalogabili come «stalking».
Definitiva quindi la condanna, punito l’ex compagno con un anno di reclusione.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it

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