giovedì 24 maggio 2018

Ferrara: Raggirò i suoi clienti, condannato il ragioniere-commercialista

Dopo quasi tre ore in camera di consiglio, oggi (23 maggio) il giudice Debora Landolfi, ha condannato il ragionier Riccardo Schincaglia, 50 anni, ferrarese alla pena di 5 anni e 4 mesi, per aver raggirato e truffato i suoi clienti e aver frodato il Fisco italiano.
Una condanna inferiore agli 8 anni richiesti dall’accusa, ma per lui al di là della pena, pesano di più le condanne di interdizione: alla professione di commercialista per 3 anni, dai pubblici uffici per 5 anni, dagli uffici direttivi persone giuridiche e imprese, divieto di contatti con la pubblica amministrazione e sarà interdetto dalle funzioni di rappresentanza e assistenza tributari per la durata di 2 anni. Insomma, il ragionier Riccardo Schincaglia non potrà più svolgere la sua professione per cui ha raggirato decine e decine di clienti, ieri rappresentati in aula dai legali di parte civile (E. Mancino, O. Di Stefano, V.Bellitti, M.Lambertini, G.Pieraccini, S. Stano).
Ha fatto lo slalom, il giudice Landolfi tra leggi, decreti in materia fiscale, prescrizioni dando alla fine un «vestito giudiziario - spiega uno dei legali - ad un atteggiamento e comportamento discutibile dell’imputato». Dovuti alla strafottenza di Schincaglia, in aula, quando quasi sfidando presenti e giudici, giustificava che tutti coloro che lo avevano denunciato in realtà si rivolgevano a lui, «perchè io non facevo pagar loro tasse e li aiutavo ad evadere», aveva detto al giudice. In parte era vero, ma non per i clienti costituiti parte civile che credevano realmente di pagare oltre i suoi compensi anche tasse, tributi, contributi e imposte che versavano a Schincaglia. Che, poi, invece di trasferire nelle casse dello Stato, con compensazioni negli F24 (di cui i clienti erano all’oscuro), inventava crediti Iva inesistenti che andavano ad annullare debiti in tasse e imposte che i clienti dovevano al Fisco.
Così facendo, dopo anni da quelle operazioni, i suoi clienti si vedevano recapitare cartelle esattoriali dell’Agenzia delle entrate per tasse non pagate e che loro credevano di aver saldato tramite Schincalgia. Il suo difensore, Alberto Bova, ieri mattina (ha già annunciato ricorso in appello) con una difesa tecnica è riuscito comunque ad attenuare la stangata, con la richiesta di applicazione di nuove norme, azzerando la truffa allo Stato contestata per oltre 2 milioni di euro, poichè non più prevista più da nuove norme, essendo le somme “compensate” negli F24 sotto soglia (sotto i 50mila euro, non è previsto il reato penale). Tecnicismi che non spostano il focus del processo: «Un processo che ha messo in luce la assoluta illegalità del sistema Schincaglia». Che ora per anni non potrà più svolgere la sua professione. Mentre il Collegio ragionieri e commercialisti, rimasto alla finestra in attesa di un pronunciamento, potrebbe attivarsi nei suoi confronti, tutelando i cittadini ferraresi.

fonte: Raggirò i suoi clienti, condannato il ragioniere-commercialista - Cronaca - La Nuova Ferrara

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