sabato 7 aprile 2018

Separazione: accesso abusivo al sistema della banca per i marito che usa i dati della moglie

Il diritto ad esercitare una difesa in sede di separazione non giustifica il marito che controlla abusivamente on line il conto della moglie per usarlo davanti al giudice. La Corte di cassazione conferma la condanna del ricorrente per accesso abusivo al sistema informatico della banca, “violato” per accedere ai dati della moglie. Senza successo la difesa cerca di confondere le acque parlando del legittimo utilizzo di una chiavetta “genera codici” in uso al marito. Dai controlli effettuati in sede di merito era, infatti, risultato che i conti correnti dei coniugi erano due, uno cointestato e un altro solo della signora. E la chiavetta si riferiva solo al conto con la doppia titolarità, mentre per quanto riguardava il conto “singolo” la moglie aveva revocato al marito la delega ad operare on line. Non passa neppure la tesi secondo la quale la condotta sarebbe stata non punibile perché commessa per esercitare un diritto, nello specifico quello di difesa, come previsto dall'articolo 51 del Codice penale. Una causa di giustificazione che però, chiarisce la Cassazione, non vale nel caso esaminato. La norma, infatti, non può arrivare a giustificare indebite intromissioni nella sfera di riservatezza della controparte processuale, neppure quando si invoca un diritto di difesa particolarmente ampio. L'azione di cui si sostiene l'irrilevanza penale “ per essere scriminata – si legge nella sentenza – deve pur sempre costituire una corretta estrinsecazione delle facoltà inerenti al diritto che si pretende di aver esercitato”.

fonte: Cassa Forense - Dat Avvocato

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