Messaggi pubblicati online per censurare e deridere i presunti comportamenti autoritari di un ‘capo area’ verso i propri operai. Secondo i Giudici, però, il contenuto degli scritti è chiaramente offensivo.
Contenuto. Ricostruita la vicenda, anche grazie a un monitoraggio dei post sul social network, i Giudici, prima in Tribunale e poi in Corte d’Appello, ritengono incontestabile il fatto che l’autore dei messaggi, ironici e sprezzanti, sia responsabile di «avere offeso la reputazione» della persona citata, a cui sono stati attribuiti «atteggiamenti autoritari nei confronti degli operai dell’area di cui era responsabile» all’interno dello stabilimento.
Diffamazione. Consequenziale è la condanna per «diffamazione», con «pena fissata in 1.000 euro». E questa decisione viene ora resa definitiva dai magistrati della Cassazione, i quali considerano evidente «l’offensività del contenuto dei messaggi» condivisi su Facebook.
In particolare, viene sottolineato che le frasi pubblicate online «hanno un contenuto immediatamente offensivo, in quanto evocativo di una gestione autoritaria», poi estremizzata col riferimento al «‘grande Adolf’». Inequivocabile il connotato delle parole utilizzate, legittima, di conseguenza, la condanna per «diffamazione».
Fonte: www.dirittoegiustizia.it/Ironia su Facebook: condannato per diffamazione - La Stampa
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venerdì 3 novembre 2017
Ironia su Facebook: condannato per diffamazione

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