Il governo non sembra intenzionato a concedere a Confindustria il supersgravio assoluto e generalizzato per le assunzioni sollecitato dall’associazione degli industriali nei giorni scorsi. Secondo quanto trapela da fonti vicine al dossier e confermate dall’agenzia di stampa Ansa, il nuovo bonus assunzioni potrebbe essere pari al 50% dei contributi previdenziali teoricamente previsti entro un tetto massimo di 3.250 euro annui, e riguarderebbe le assunzioni di lavoratori fino a 29 anni di età. Ma dopo le proteste dei sindacati, per evitare che le aziende utilizzino i nuovi dipendenti a costo ridotto per sostituire personale licenziato, l’Esecutivo vuole introdurre un vincolo: l’azienda non dovrà aver effettuato dei licenziamenti nei sei mesi precedenti l’assunzione con bonus, e se vorrà conservare l’incentivo non dovrà licenziare neanche nei sei mesi successivi all’assunzione (fatti salvi dimissioni e pensionamenti).
Qualcuno ironizza: il vincolo, il paletto “antifurbi” che il governo sta considerando, una volta c’era già, e si chiamava articolo 18. In ogni caso la discussione è ancora all’inizio, anche perché la pressione politica di Confindustria per ottenere uno sgravio molto più forte e generalizzato è molto pesante, e trova l’appoggio dell’area intorno al segretario del partito democratico Matteo Renzi. Sull’altro piatto della bilancia, la necessità di evitare che si ripeta lo sconcio dei primi voucher, che divennero il grimaldello per una ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro. Stretto tra queste opposte esigenze, e obbligato a fare i conti con una cronica insufficienza di risorse, il governo Gentiloni sta considerando le mosse da fare. Ad esempio, è possibile che lo sgravio massimo salga un po’ oltre i 3250 euro annui; oppure, che la platea dei possibili assunti arrivi fino ai 34-35 anni di età. Si studia anche se limitare il divieto al licenziamento per motivi economici di lavoratori con la stessa mansione di quello assunto con gli sgravi (ma in questo caso già ora il lavoratore licenziato ha un’altissima probabilità di vincere la causa) o se prevedere che il divieto, pena la perdita dell’incentivo, sia esteso a tutto il personale dell’azienda che ha avuto accesso al beneficio.
E’ possibile che alla fine i “paletti” per impedire abusi nel passaggio licenziamenti-assunzioni con bonus vengano resi meno stringenti, anche per evitare un “sabotaggio” della misura da parte delle imprese, scontente di fronte a vincoli troppo rigidi. Ai tempi, il governo Letta varò un bonus simile, ma lo sgravio scattava solo se con la nuova assunzione si verificava un aumento dell’occupazione nell’azienda rispetto all’anno precedente: fu un flop. Come è stato un flop - solo 21.800 neoassunti stabili e 40.000 trasformazioni da gennaio a maggio - il generoso bonus di Garanzia Giovani, che scade quest’anno.
Intanto, dice l’Istat, il clima di fiducia delle imprese e dei consumatori migliora sempre più: ad agosto l’indice del clima di fiducia delle imprese ha segnato una crescita da 105,6 a 107 punti, che lo porta al livello più alto a partire da dieci anni fa, prima della crisi, a giugno 2007 (quando era 109,6). Anche l’indice dei consumatori è in aumento da 106,9 a 110,8 punti con tutte le componenti del clima in crescita. Il clima economico e quello personale passano, rispettivamente, da 123,1 a 128,1 punti e da 101,6 a 105,6; il clima corrente sale da 106,3 a 109,3 e il clima futuro aumenta da 108,4 a 114. I giudizi e le aspettative circa la situazione economica del Paese sono in miglioramento e tornano a diminuire le aspettative sulla disoccupazione. Una ottima notizia, che ovviamente viene accolta con grande soddisfazione dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «I dati sulla fiducia delle imprese e dei consumatori - dice via Twitter - sono molto positivi. Incoraggiano a proseguire sulla strada intrapresa e a rendere strutturale la ripresa».
fonte:www.lastampa.it/Assunzione giovani, via libera al bonus se l’azienda non licenzia per un anno - La Stampa
Blog di attualità e informazione giuridica - Lo Studio Legale Mancino ha sede in Ferrara, Via J. F. Kennedy, 15 - L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione
mercoledì 30 agosto 2017
Assunzione giovani, via libera al bonus se l’azienda non licenzia per un anno
Lo Studio Legale Mancino si occupa di tutte le fasi dell'assistenza legale in sede penale, sia per la difesa delle persone sottoposte a procedimento, sia per la tutela delle vittime di reato come parti civili. Lo Studio opera anche in tutti gli ambiti del diritto civile, dalla contrattualistica, al diritto di famiglia, separazioni e divorzi, successioni, diritti reali, assicurazioni e responsabilità civile, diritto bancario, nonché nel settore del diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali. L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione. E' iscritto alle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Lo Studio è a disposizione dei Colleghi che hanno necessità di collaborazione e/o di domiciliazione per tutti gli uffici giudiziari compresi nelle circoscrizioni dei Tribunali di Ferrara e Bologna.
Dal 2018 l’Avv. Emiliano Mancino aderisce al progetto Difesa Legittima Sicura, una rete di professionisti sul territorio nazionale che dà tutela legale a chiunque sia vittima di violenza.
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