giovedì 27 luglio 2017

Rettificazione di sesso: non è indispensabile l’intervento chirurgico

Con due ordinanze di analogo tenore, il Tribunale di Trento ha sollevato questione di legittimità costituzionale della norma che prevede la necessità, ai fini della rettificazione anagrafica dell’attribuzione di sesso, dell’intervenuta modificazione dei caratteri sessuali primari attraverso trattamenti chirurgici poiché pregiudicherebbe gravemente l’esercizio del diritto fondamentale all’identità di genere.
Cassazione: non è necessario l’intervento chirurgico demolitorio. La Corte costituzionale richiama in primo luogo la pronuncia con cui la Cassazione, nel 2015, ha escluso che per ottenere la rettificazione dell’attribuzione di sesso nei registri dello stato civile sia obbligatorio l’intervento chirurgico demolitorio o modificativo dei caratteri sessuali anatomici primari. Secondo la Suprema Corte, infatti, l’acquisizione di una nuova identità di genere può essere il risultato di un processo individuale che non postula necessariamente tale intervento, richiedendo però che la serietà e univocità del percorso scelto, nonché la compiutezza dell’approdo finale, siano oggetto di accertamento anche tecnico in sede giudiziale.
Consulta: il trattamento chirurgico è solo una possibilità. In secondo luogo, deve richiamarsi una sentenza, sempre del 2015, con cui la stessa Corte costituzionale ha escluso la necessità, ai fini dell’accesso al percorso giudiziale di rettificazione anagrafica, del trattamento chirurgico poiché costituisce solo una delle possibili tecniche per realizzare l’adeguamento dei caratteri sessuali ed è, pertanto, autorizzabile solo in funzione di garanzia del diritto alla salute.
Ciò non esclude, però, la necessità di un accertamento rigoroso non solo della serietà e univocità dell’intento, ma anche dell’intervenuta oggettiva transizione dell’identità di genere emersa nel percorso seguito dalla persona interessata, non essendo sufficiente il solo elemento volontaristico.

Fonte: www.ilfamiliarista.it/Rettificazione di sesso: non è indispensabile l’intervento chirurgico - La Stampa

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