martedì 7 marzo 2017

Straniero multato propone denaro ai militari: nessun equivoco, è corruzione

Regge l’accusa nei confronti di un automobilista cinese. Per lui procedimento penale e applicazione degli arresti domiciliari. Respinta l’ipotesi difensiva che egli abbia fatto riferimento al denaro con la convinzione di poter estinguere il debito.
Proposta economica chiarissima e inutile. Confermata la multa nei confronti dell’automobilista che, una volta giunto nella caserma dei carabinieri, ha promesso 500 euro a testa ai due militari che dovevano registrare il verbale. A causa di questo comportamento ora l’uomo è costretto agli arresti domiciliari e dovrà affrontare un processo per istigazione alla corruzione (Cassazione, sentenza n. 10552/17, depositata il 3 marzo).
Offerta di una somma di denaro. Il difensore dell’automobilista cinese prova soprattutto ad ottenere la revoca degli arresti domiciliari. E per raggiungere questo scopo mette in discussione la solidità degli indizi relativi all’offerta di denaro ai due carabinieri.
Secondo il legale, in sostanza, il suo cliente è stato frainteso. In sostanza, vista la sua «scarsa conoscenza della lingua italiana», è logico presumere, in ottica difensiva, che il cittadino straniero «abbia messo a disposizione degli agenti la somma di denaro» non per corrompere gli agenti, bensì «per estinguere il debito, conciliando le violazioni» contestategli in materia di Codice della strada.
Questa visione viene ritenuta però poco plausibile dai magistrati della Cassazione. A loro avviso, difatti, non si può trascurare che l’uomo, pur essendo originario della Cina e pur non leggendo e non scrivendo la lingua italiana, «vive da oltre otto anni in Italia, dove coadiuva la moglie nella gestione di un bar». Ciò permette di desumere che egli abbia «dimestichezza con le transazioni di denaro e con il loro esatto ammontare», e, allo stesso tempo, che egli sia in grado di «comprendere la lingua italiana che parla mediocremente», anche tenendo presente la sua scelta di rifiutare l’assistenza di un interprete nel processo.
E poi non possono essere trascurate, annotano i giudici, le concrete modalità della promessa di denaro, accompagnata da comportamenti allusivi, cioè «il prelievo nel portafogli di una somma di denaro che poggiava sulla scrivania» e l’offerta di una cena ai due militari.
Illogico, quindi, concludono i magistrati, ipotizzare un fraintendimento da parte dello straniero sulla «possibilità di conciliare le violazioni amministrative contestategli».
Rimane solida, quindi, l’accusa di istigazione alla corruzione, e va ritenuta legittima l’applicazione degli arresti domiciliari.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it/Straniero multato propone denaro ai militari: nessun equivoco, è corruzione - La Stampa

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