lunedì 27 febbraio 2017

Multa presa all’estero? Nessuna scusa: bisogna pagare

Quando le multe arrivano dall’estero conta la sostanza, non la forma e pertanto, se fondate nel merito, vanno pagate per non rischiare di incorrere nella stessa procedura di riscossione che vale per le sanzioni comminate in Italia. L’ufficio di Bolzano del Centro europeo consumatori (Cec), al quale si sono rivolti numerosi automobilisti raggiunti da una o più contravvenzioni per infrazioni commesse fuori dall’Italia, fuga ogni dubbio. Il cosiddetto “principio di reciprocità” sul riconoscimento delle sanzioni pecuniarie negli stati dell’Unione Europea è ormai in vigore da quasi un anno (da marzo 2016) e non è derogabile.
Alcuni dei casi sottoposti al Cec riguardano multe ricevute da Francia, Austria, Germania, Ungheria e Croazia. Gli automobilisti (anche quelli stranieri “pizzicati” in Italia) hanno l’obbligo di pagare la contravvenzione, a meno che non siano in grado di contestarla nel merito. Solo che le procedure sono talvolta complesse e, naturalmente, i ricorsi vanno presentati entro tempi specifici e generalmente nella lingua del paese che ha inviato la multa. Infatti, anche per la notifica valgono le norme del paese dove è stata commessa l’infrazione.
Gli italiani, per esempio, sperano di evitare il pagamento di una sanzione perché la contravvenzione dall’estero è stata inviata per posta ordinaria, ma sbagliano. E sbagliano anche gli stranieri – il Cec di Bolzano si occupa di vertenze transfrontaliere e può essere contattato anche da cittadini di altre nazioni - che ritengono di non dover saldare il conto delle autostrade italiane perché la stanga si è alzata comunque.
“Ogni sanzione amministrativa giustificata va pagata, indipendentemente che si tratti di una multa italiana o straniera”, spiega Monika Nardo, la funzionaria del Cec che si occupa di questi casi. Con il recepimento della direttiva 2005/214/GAI anche l’Italia ha eliminato ogni ostacolo all’eseguibilità delle contravvenzioni estere. Chi decide di non pagare rischia di incorrere in tutta la trafila burocratico-amministrativo-giudiziaria del caso, che può arrivare fino al pignoramento dei beni. L’Italia, come gli altri paesi, riconosce la validità delle sanzioni e la riscossione avviene pertanto con le medesime modalità previste per le multe emesse sul territorio nazionale.
Dai paesi membri sono frequenti solleciti di pagamento di parcheggi o pedaggi, con casi che riguardano pure gli stranieri in Italia, che ad esempio “dimenticano” di versare il tributo per l’accesso alle zone a traffico limitato. Il suggerimento, oltre a controllare bene dove si passa e quando e per quanto tempo si lascia l’auto, è quello di conservare tutti gli scontrini e gli eventuali giustificativi per dimostrare l’avvenuto versamento alle società di recupero crediti che vengono incaricate di passare all’incasso. Spesso, ricorda il Cec, è possibile trovare un accordo stragiudiziale.

Fonte: www.lastampa.it/Multa presa all’estero? Nessuna scusa: bisogna pagare - La Stampa

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