sabato 13 agosto 2016

Moglie succube e prestazioni sessuali dovute: marito condannato

Soggezione totale, fisica e morale: moglie completamente succube del marito. E l’uomo considera i rapporti sessuali come una prestazione obbligata da parte della consorte. Il rifiuto opposto in un’occasione dalla donna, però, lo inchioda: per la Cassazione è legittima la condanna per violenza sessuale (sentenza n. 28492 del 12 luglio scorso).
Soggezione. Ricostruita nei dettagli la vita coniugale della coppia. Inimmaginabile l’incubo vissuto per anni dalla donna, costretta a sopportare le angherie e i maltrattamenti del marito, spesso ubriaco.
Tutti gli elementi a disposizione portano alla condanna dell’uomo, che dovrà scontare quasi quattro anni di reclusione.
A inchiodarlo, ovviamente, sono i racconti fatti dalla moglie. Ella ha portato alla luce il «problematico rapporto coniugale». E significativo è stato anche il richiamo a precedenti «denunce» nei confronti del marito, già condannato in passato per «maltrattamenti in famiglia».
Per i Giudici, in sostanza, è evidente «lo stato di completa soggezione fisica e morale» della donna, frutto del «comportamento aggressivo» tenuto dal coniuge.
Violenza. In questo contesto si inseriscono anche «le prestazioni sessuali» pretese dall’uomo.
Su questo fronte anche i Magistrati della Cassazione ritengono evidente il «reato di violenza sessuale».
Certo, si è trattato di un solo episodio, ma la dinamica è inequivocabile: «quella notte la donna era a dormire in un’altra stanza della casa coniugale» quando «è stata letteralmente prelevata» dal marito che poi l’ha sottoposta ai propri istinti sessuali senza fare ricorso «a particolari mezzi di costrizione». La terribile violenza fisica è stata anch’essa frutto della «vita coniugale», in cui la donna era la ‘schiava’ e l’uomo il ‘padrone’, che riteneva «l’attività sessuale una prestazione dovuta dalla moglie».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it/Moglie succube e prestazioni sessuali dovute: marito condannato - La Stampa

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