martedì 13 ottobre 2015

“Ha un carattere dispotico”: l'accusa non basta per addebitare la separazione alla moglie

Un uomo afferma che la moglie ha un “carattere dispotico e mortificante”. Si tratta di lamentele "a scoppio ritardato", quando le strade stanno per dividersi. Ciò non può bastare per addebitare alla donna l’implosione della coppia. Lui, però, grazie alla sua nuova famiglia – con tanto di figlio – vede messo in discussione l’assegno a favore della donna (Cassazione, ordinanza 19194/15).

"Pari e patta", secondo i giudici di merito, tra i coniugi, almeno sul fronte dell’«addebito della separazione». A nessuno dei due è attribuibile, difatti, la rottura. La pronuncia è sfavorevole al marito, invece, per quanto concerne il lato economico: egli deve versare alla moglie «un assegno mensile di mantenimento da 500 euro».

Non è più in discussione, ormai, la responsabilità per la crisi della coppia. E' accantonato, definitivamente, il pensiero dell’uomo, il quale aveva più volte ripetuto che «la separazione è addebitabile alla donna», al cui «carattere dispotico e mortificante è da imputare», a dire dell’uomo, il «fallimento della vita coniugale». Su questo punto, difatti, è messo in discussione, dai giudici della Cassazione, l'ammontare dell’assegno a favore della donna. Ciò alla luce di un elemento non trascurabile, ossia il fatto che l’uomo abbia formato una «nuova famiglia, con la nascita di un figlio». La circostanza non può essere ignorata, e, assieme ad «altri criteri legali e giurisprudenziali», dovrà essere valutata dai giudici d’appello per la «determinazione dell’assegno di mantenimento».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /“Ha un carattere dispotico”: l'accusa non basta per addebitare la separazione alla moglie - La Stampa

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