martedì 5 maggio 2015

#Ebbrezza riscontrata: una sola birra “piccola” non è una difesa che convince i giudici

La Corte d’appello di Firenze condanna un’imputata per guida in stato d’ebbrezza, con un tasso alcolemico rilevato di 1.03 g/l. La donna ricorre in Cassazione, lamentando la mancanza di dolo nella propria condotta: dice di aver bevuto solo una birra ‘piccola’ e sottolinea che «i cittadini sono disorientati dai frequenti mutamenti legislativi in materia». La condanna è stata basata, a suo avviso, solo sul superamento del tasso di legge.

La Cassazione (sentenza 18044/15) premette che il reato contestato è contravvenzionale, quindi punibile anche a titolo di colpa, senza necessità che l’elemento psicologico del fatto tipico abbia la forma del dolo. E' irrilevante, invece, la lamentela riguardante i mutamenti normativi in materia e la difficoltà del cittadino di conoscere la norma penale: l’ignoranza lamentata si risolve in un errore sul divieto e non sul fatto, perciò non è scusabile, non trattandosi di ignoranza inevitabile. Sono infatti previsioni di norme scritte, regolarmente pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.

Inoltre, la Suprema Corte ricorda che, in tema di circolazione stradale, il superamento delle soglie del tasso alcolemico, rilevante ai fini della valutazione del disvalore del fatto, integra una presunzione assoluta di stato di ebbrezza che non ammette prova contraria, considerato che la contravvenzione di guida in stato d’ebbrezza ha natura di reato ostativo rispetto a delitti più gravi contro l’integrità fisica e la vita della persona umana che lo stato di ebbrezza agevola nella sua consumazione. Per questi motivi, la Corte di Cassazione rigetta il ricorso.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /Ebbrezza riscontrata: una sola birra “piccola” non è una difesa che convince i giudici - La Stampa

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