giovedì 2 aprile 2015

Quasi nessuno va in carcere per corruzione

Non è proprio che le carceri italiane scoppino di detenuti per corruzione e altri reati contro la pubblica amministrazione. I dati più recenti dell'amministrazione penitenziaria fotografano una realtà per certi versi sorprendente, almeno per chi, sulla scia delle continue inchieste di questi anni soprattutto sulle grandi opere pubbliche, individua nella corruzione, insieme con la mafia, la vera emergenza criminale italiana. La gravità del fenomeno infatti non si rispecchia nel numero dei detenuti: per la corruzione "classica", quella propria, le presenze nelle carceri sono in tutto 226. Oltretutto con l'avvertenza che, nel caso in cui a una persona siano ascritti anche altri reati, appartenenti a categorie diverse da quella dei delitti contro la pubblica amministrazione, il conteggio può essere plurimo. Solo leggermente inferiore a quello dei corrotti è il numero dei corruttori che si attesta a quota 216.

Al di sotto di queste due categorie, per gli altri reati tipici dei rapporti pubblico-privato, i numeri sono assai inferiori: dopo le 84 detenzioni per turbata libertà degli incanti si va infatti dalle 48 persone in carcere per istigazione alla corruzione alle 44 per peculato, passando per le 33 dell'abuso d'ufficio e le 30 della rivelazione di segreti d'ufficio.

Ma un'altra precisazione è d'obbligo, perché, fa sapere il ministero della Giustizia, un certo numero di detenzioni è in realtà possibile solo perché insieme con il reato contro la pubblica amministrazione è contestata anche l'associazione a delinquere, delitto punito con pena da 3 a 7 anni. E su questo punto, tanto più nel momento in cui al Senato si discute una legge che interviene soprattutto sul versante delle sanzioni, va tenuto presente che il nuovo limite, introdotto nel 2013, che rende possibile l'applicazione della custodia cautelare è fissato a 5 anni.

fonte: www.ilsole24ore.com//Quasi nessuno va in carcere per corruzione

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