domenica 12 aprile 2015

Ferrara, lite sul cane “venduto” ma il reato è di lieve entità

Applicata per la prima volta una nuova norma, il giudice assolve l’imputata.

Il legale: soddisfatto per la sentenza ma effetti da valutare caso per caso.

Il decreto sui reati di particolare tenuità è entrato in vigore solo pochi giorni fa: il 2 aprile scorso. Ma a Ferrara è già stato applicato e ha prodotto la prima sentenza di assoluzione. «Anche se - dichiara l’avvocato Emiliano Mancino - poi qualcosa sul casellario giudiziale resta e per l’imputato, nonostante la sentenza favorevole, si potrebbe aprire il capitolo del risarcimento in sede civile». Una norma da valutare con attenzione, secondo il parere del legale, che ieri difendeva una ragazza ungherese dall’accusa di frode in commercio, reato per il quale è prevista una pena massima di due anni. Azzerata proprio grazie alle disposizioni del nuovo decreto, che ieri il giudice Luca Marini ha applicato al caso in discussione. Al centro della contesa un piccolo cagnolino, un chiuaua, che l’imputata aveva ceduto alla parte lesa, autrice della denuncia che ha innescato il processo. Quest’ultima ha sostenuto di aver pagato 400 euro per l’animale, circostanza negata dall’imputata. Poco tempo dopo, il cagnolino è morto. E l’ultima proprietaria del chiuaua ha iniziato a sospettare che non fosse in buona salute fin dal momento in cui era passato di mano. Il processo si è celebrato incamerando le consulenze di un veterinaio, citato dalla difesa, e di una guardia forestale. Poi, la sentenza. Il giudice ha deciso che al caso poteva essere applicata la nuova norma: l’imputata è stata assolta perché il fatto è stato considerato di «tenue entità». Una sentenza che in genere soddisfa imputato e avvocato ma che ieri ha lasciato un po’ di amaro in bocca ad entrambi.
«Sono contento del proscioglimento della cliente e favorevole a questo nuovo istituto ma si dovrà valutare caso per caso - commenta l’avvocato Emiliano Mancino, che ha difeso l’imputata assieme al collega Alberto Cosimo - La sentenza viene infatti annotata in una sezione particolare del casellario giudiziale per evitare che il perdono giudiziario possa essere riconosciuto una seconda volta. E lì resta per dieci anni. La parte offesa, inoltre, può rivolgersi al giudice civile e chiedere i danni. Per questi motivi abbiamo deciso di esprimere la nostra perplessità».
fonte: www.lanuovaferrara.gelocal.it//Lite sul cane “venduto” ma il reato è di lieve entità - Cronaca - La Nuova Ferrara

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