sabato 14 marzo 2015

Penalisti in agitazione contro la riforma della prescrizione

Contro la riforma della prescrizione e del sistema penale, processuale e sostanziale, l'Unione delle Camere penali ha proclamato lo stato di agitazione, riservandosi "ulteriori iniziative" di protesta. Nei "disparati e disomogenei interventi di riforma del sistema penale, sostanziale e processuale, non è possibile cogliere alcun disegno politicamente coerente e rispondente alle reali esigenze da noi da tempo segnalate", lamentano i penalisti, che ritengono "inaccettabile" che si intervenga solo sull'onda "di singoli casi giudiziari, nella cui eco appare di volta in volta assolutamente imprescindibile abolire o allungare i termini di prescrizione, triplicare le pene edittali di questo o quel reato, abolire o ridurre i mezzi impugnazione".

In particolare la riforma della prescrizione, "promossa mediaticamente da una serie di indagini sulla corruzione, è stata in un primo momento rappresentata come necessario pendant della riforma dei più gravi reati contro la PA, per poi mutarsi, sotto l'urto di esplicite e pressanti richieste provenienti dalla magistratura associata, in una esigenza che riguardava indistintamente tutti i reati". Tale necessità di "allungamento indiscriminato dei termini di prescrizione con riferimento a tutte le fasi processuali - fa notare l'Ucpi - viene rappresentata come oramai insopprimibile e non più procrastinabile, come se la riforma della prescrizione fosse la palingenesi di tutti i mali della giustizia".

Modificare la prescrizione, allungandone indiscriminatamente i termini, "non solo non risolve il problema - spiega ancora l'Ucpi - ma aggrava ulteriormente la patologia in atto". E avrà "la evidente conseguenza di allargare sempre più la distanza temporale dal fatto al giudicato, per cui non solo gli imputati, ma anche le persone offese dovranno attendere tempi lunghissimi prima di vedere risolta la propria posizione processuale, con danni umani, psicologici, patrimoniali e di immagine assai rilevanti". Per quanto riguarda in particolare la corruzione, "la sentenza definitiva potrà giungere anche dopo venti anni dal fatto, e dunque dopo che gli autori del fatto saranno divenuti persone totalmente diverse, con l'effetto perverso, in caso di assoluzione, di rovinare irreparabilmente la vita delle persone, se non anche di condizionarne la carriera politica".

fonte: www.ilsole24ore.com//Penalisti in agitazione contro la riforma della prescrizione

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