Un voto largamente favorevole del Senato e prossimamente un ultimo passaggio alla Camera: così stanno velocemente cambiando le norme sulla diffamazione. Dopo il caso Sallusti, il giornalista condannato al carcere che solo grazie a Giorgio Napolitano è potuto tornare in libertà, e sotto le pressioni internazionali, il Parlamento ha deciso di cancellare la cella per i giornalisti. In compenso ci sono multe salate. La legge in discussione, che per una volta vede quasi tutti i partiti d’accordo - 170 sì, 10 no e 47 astenuti -, introduce rilevanti novità: si prevede il diritto all’oblio; il giornalista non potrà più tutelare la segretezza delle sue fonti davanti al giudice; la rettifica dovrà essere pubblicata senza titolo e senza commento; rientrano nella disciplina prevista per la carta stampata anche le testate giornalistiche on-line, rischiano per la prima volta anche quelli che intentano «querele temerarie» al solo scopo di zittire i giornalisti.
Protestano i giornalisti
«Bene la cancellazione del carcere per i giornalisti, malissimo il bavaglino delle mega multe e delle norme restrittive per il web», sostiene il sindacato Fnsi. «L’insieme delle norme mantiene l’effetto intimidatorio», commenta Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti.
Sanzioni salate
L’abolizione del carcere è la novità principale della legge. Non una depenalizzazione assoluta, come chiedeva Ossigeno, l’osservatorio congiunto tra Fnsi e Ordine sulla libertà di stampa. Restano le multe in caso di condanna: fino a 10.000 euro per una diffamazione semplice, fino a 50.000 se aggravata. Inoltre c’è la pubblicazione obbligatoria della sentenza e l’interdizione dalla professione per un periodo da uno a sei mesi.
La rettifica
È obbligatoria. Il giornale, o il sito Internet, o la televisione, sono tenuti a pubblicarla e che sia senza titolazione e senza commento. Se pubblicata tal quale, il giornalista e il direttore responsabile non sono più punibili. Si possono opporre soltanto se nella rettifica vi siano affermazioni «suscettibili di incriminazione penale» o «documentalmente false». È già immaginabile il quesito: chi decide se una rettifica è documentalmente falsa?
Diritto all’oblio
Un’altra novità: la richiesta di essere cancellati dai motori di ricerca e dagli archivi on-line. Vale sia per chi si ritiene diffamato, sia per chiunque si senta «leso nell’onore o nella reputazione». La platea potenziale è infinita. Conferma la senatrice Rosanna Filippin, Pd, relatrice: «Ogni cittadino, in qualunque momento, avrà diritto a chiedere di oscurare i dati che lo riguardano in nome del diritto all’oblio, però solo un magistrato potrà ordinare l’oscuramento. E sarà il magistrato a valutare se c’è un interesse storico a mantenere in vita quei dati oppure a cancellarli».
Nuove norme per la Rete
C’è già chi grida al «bavaglio» per Internet. Il ddl prevede infatti che l’obbligo di rettifica, ma anche le sanzioni conseguenti a una condanna per diffamazione, valgano per le testate giornalistiche registrate e on-line. Finora le regole valevano solo per la carta stampata. È stato il M5S a volere questa norma. E il senatore Maurizio Buccarella la difende: «Chi parla di bavaglio o afferma il falso oppure sostiene che le testate on-line debbano essere libere di poter diffamare impunemente». A ben vedere, i blog sono esentati da queste regole. Ma per questi ultimi c’è un’insidia ancora più pericolosa: per il reato di “ingiuria” c’è una multa fino a 5.000 euro. E alla stessa pena «soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica, telefonica o telematica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa». Gli ingiurianti di professione, i cosiddetti «Troll», sono avvisati.
La Stampa - Diffamazione, niente carcere ma multe salate
Blog di attualità e informazione giuridica - Lo Studio Legale Mancino ha sede in Ferrara, Via J. F. Kennedy, 15 - L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione
giovedì 30 ottobre 2014
Diffamazione, niente carcere ma multe salate
Lo Studio Legale Mancino si occupa di tutte le fasi dell'assistenza legale in sede penale, sia per la difesa delle persone sottoposte a procedimento, sia per la tutela delle vittime di reato come parti civili. Lo Studio opera anche in tutti gli ambiti del diritto civile, dalla contrattualistica, al diritto di famiglia, separazioni e divorzi, successioni, diritti reali, assicurazioni e responsabilità civile, diritto bancario, nonché nel settore del diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali. L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione. E' iscritto alle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Lo Studio è a disposizione dei Colleghi che hanno necessità di collaborazione e/o di domiciliazione per tutti gli uffici giudiziari compresi nelle circoscrizioni dei Tribunali di Ferrara e Bologna.
Dal 2018 l’Avv. Emiliano Mancino aderisce al progetto Difesa Legittima Sicura, una rete di professionisti sul territorio nazionale che dà tutela legale a chiunque sia vittima di violenza.
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