Brutte notizie per la moglie del professionista. La sentenza d’Appello che, stante la sua estraneità al procedimento penale del marito, scaturente da fatti illeciti a lei sconosciuti, ne escludeva la responsabilità solidale ex art. 17, Legge n. 114/77, è stata annullata. Delle tante censure sollevate dall’Agenzia per smontare la sentenza di merito, l’unica che ha trovato l’accoglimento della Cassazione è proprio quella inerente alla responsabilità del coniuge codichiarante per l’obbligazione tributaria accertata nei confronti dell’altro coniuge.
Come ribadito dai Giudici del Palazzaccio, la dichiarazione congiunta non lascia scampo: si tratta di una “volontaria”, “libera” scelta dei coniugi, con cui vengono accettati “anche i rischi inerenti alla disciplina propria dell’istituto”, e fa sorgere una responsabilità solidale per le obbligazioni tributarie che opera anche se i redditi accertati nei confronti del marito siano costituiti da proventi derivanti da reato. I dubbi, poi, sulla legittimità costituzionale del menzionato art. 17, in relazione alla capacità contributiva, sono già stati fugati dalla Consulta (sent. n. 215/04).
Posto che la posizione della moglie è comunque garantita: dinanzi al giudice tributario, resta libera di contestare anche nel merito l’obbligazione del marito, purché lo faccia entro i termini decorrenti dalla notifica dell’atto da cui assume per la prima volta conoscenza della pretesa. Con la sentenza del 10 settembre, n. 19026, la Cassazione decide nel merito: anche la moglie del commercialista è responsabile del maggior reddito accertato in capo al marito e derivante dalla partecipazione di quest’ultimo a un’operazione di false fatturazioni nell’interesse di alcune società di cui curava la contabilità.
Fonte: www.fiscopiu.it/La Stampa - La moglie del commercialista risponde al Fisco dei proventi illeciti del marito
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venerdì 12 settembre 2014
La moglie del commercialista risponde al Fisco dei proventi illeciti del marito

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