giovedì 6 marzo 2014

Il lavoratore ‘perde le staffe’ per un provvedimento ingiusto: la reazione è comprensibile

Il lavoratore subisce un provvedimento ingiusto e, per questo, ha una reazione «forse scomposta, ma comprensibile»: il licenziamento è illegittimo. È quanto emerge dalla sentenza 27053/13 della Cassazione.

Il caso

È l’Agenzia delle Entrate, in veste di datore di lavoro, a proporre ricorso per cassazione avverso la decisione dei giudici di merito di ritenere illegittimo il licenziamento di un proprio dipendente che aveva completamente ‘perso le staffe’ per un provvedimento ritenuto ingiusto. Insussistenti gli estremi dell’insubordinazione. La Cassazione rileva che il datore di lavoro, in una missiva, ammetteva che pur essendo «in presenza di elementi atti a giustificare l’irrogazione di gravi, incisivi provvedimenti sul piano sanzionatorio, l’Amministrazione riteneva in quel momento di dare soluzione alla vicenda …». E poi, anche le testimonianze avevano ‘fatto acqua’ da tutte le parti in sede di appello, così i giudici hanno concluso «con motivazione logica e coerente», ritenendo insussistenti gli «estremi dell’insubordinazione». «Una reazione forse scomposta, ma comprensibile». Alcuna prova, insomma, vi è sull’effettiva pronuncia di parole offensive o aggressive né di un generale atteggiamento intimidatorio. Da parte del dipendente, in realtà, c’è stata «una reazione forse scomposta, ma comprensibile», per cui «con un giudizio espresso tenendo conto della natura e della qualità del rapporto, del vincolo di fiducia a questo connesso, dell’entità della violazione commessa e dell’intensità dell’elemento soggettivo», il licenziamento non era giustificato «dall’assunta lesione del vincolo fiduciario».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - Il lavoratore ‘perde le staffe’ per un provvedimento ingiusto: la reazione è comprensibile

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