In particolare, ''le indiscrezioni su di una possibile proposta governativa relativa alla sostanziale eliminazione del principio di immutabilità del giudice - fanno notare i penalisti - destano vivo allarme''. ''Sintomatico'', inoltre, uno dei fenomeni avvertiti con maggior nettezza dall'Ucpi: quello dell'ascolto delle conversazioni effettuate con gli assistiti, nonostante la regola, chiaramente enunciata nel codice di procedura penale, non consenta l'intercettazione delle conversazioni o comunicazioni tra difensori ed assistiti", spiegano i penalisti, chiedendo interventi in merito.
Questi sono alcuni temi che ''segnalano il malessere dell'avvocatura penale rispetto alla esplicazione del diritto di difesa'', conclude l'Ucpi, ''un malessere che nasce dalla consapevolezza che la libertà e la effettività della difesa sono una componente essenziale per poter valutare lo stato di salute della giustizia, che non è solo affare di numeri, o di statistiche, come troppo spesso appare nel corso delle cerimonie di apertura dell'anno giudiziario, e nei commenti pubblici, ma di qualità del prodotto giudiziario, che non potrà mai essere elevata se per prima cosa non rispetta il soggetto che è più vicino al cittadino''.
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