giovedì 16 gennaio 2014

Credo zen e cibo vegetariano: più tutela per i detenuti buddisti

I reclami dei detenuti buddisti, che chiedono cibo vegetariano e la visita di un maestro zen, devono essere trattati come violazioni di diritti, attivando così la procedura giurisdizionale (Cassazione sentenza 41474/13).

Il caso
Un detenuto denunciava la lesione dei suoi diritti da parte della direzione della casa circondariale nella quale era ristretto, in quanto gli avevano negato la somministrazione di cibo vegetariano e l’ingresso di un maestro buddista zen. La Cassazione ha annullato senza rinvio il provvedimento del magistrato di sorveglianza impugnato; ribadendo un principio affermato dalla Corte Costituzionale (sent. n. 26/1999), ha precisato che «lo stato detentivo non elimina la titolarità dei diritti in capo al detenuto e che al riconoscimento della titolarità di un diritto non può non accompagnarsi il potere di farlo valere innanzi a un giudice». In pratica, visto che «l’attuale sistema di tutela giurisdizionale dei detenuti nei confronti dei provvedimenti dell’amministrazione penitenziaria non risulta disciplinato compiutamente dalla legge», è dovere del magistrato di sorveglianza «impartire disposizioni dirette ad eliminare eventuali violazioni dei diritti dei condannati e degli internati». È per questo che la Cassazione non ritiene soddisfacente la risposta del magistrato, che si era limitato a consigliare alla direzione del carcere di sostituire l’impresa fornitrice del vitto. Per quanto riguarda l’accesso del maestro buddista zen, invece, lo stesso magistrato aveva fatto presente che queste cose dipendevano dal Ministero. Adesso servono risposte concrete. In conclusione – affermano gli Ermellini – «se implicitamente o esplicitamente una domanda afferma di denunciare una violazione di un diritto, il fondamento di quella domanda è quel diritto e la procedura attivata». Pertanto, la domanda potrà essere ritenuta infondata, ma la procedura «è doverosa perché il condannato ha lamentato la lesione di un diritto».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it/La Stampa - Credo zen e cibo vegetariano: più tutela per i detenuti buddisti

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