martedì 12 novembre 2013

Ha detto all’Amministratore Delegato che le sue decisioni sono influenzate dal ciclo mestruale: il licenziamento è legittimo

Lo ha affermato il Tribunale di Brescia in una recente ed esemplare sentenza n. 998 del 10 ottobre 2013, rigettando il ricorso con cui il lavoratore aveva impugnato il licenziamento e chiesto la reintegrazione in servizio.

Questo il caso. Il lavoratore, peraltro rappresentante sindacale, è stato licenziato a seguito di un procedimento disciplinare in cui gli era stato contestato di aver proferito nei confronti dell’Amministratore Delegato, in occasione di una riunione tra le rappresentanze sindacali e la direzione aziendale in cui si discuteva del tema della sicurezza, una frase del seguente tenore: “...allora ci coinvolga di più così non ci sarà modo di pensare che lei prende certe decisioni perché ha le mestruazioni o è in menopausa.”.

Il licenziamento è stato impugnato e contestato sotto il profilo della “sproporzione” tra fatto contestato e sanzione.

Il Tribunale ha rigettato tale eccezione così come, diversamente da quanto sostenuto dalla difesa del lavoratore, non ha ritenuto che il comportamento censurato avrebbe dovuto essere ritenuto dal datore di lavoro come “superato” in ragione delle scuse presentate dal dipendente in sede di giustificazioni nel corso del procedimento disciplinare.

A sostegno della propria decisione, il Tribunale ha affermato, in primo luogo, che non può sminuire la gravità della dichiarazione la situazione di tensione della riunione sindacale.

Ciò premesso, con queste le parole il Giudice ha censurato il comportamento addebitato al lavoratore:
“L’offensività della frase che mira a colpire con volontà discriminatoria il genere a cui appartiene l'amministratore delegato, non merita particolari commenti sia per il tono volgare, sia per il contenuto intrinseco.

L’impertinenza e la eccentricità del riferimento gratuito alla condizione personale dell'amministrazione delegato, come condizione che verrebbe anteposta o sovrapposta al doveroso coinvolgimento sul tema della sicurezza allude - ma non può che essere intesa in tale senso, ancora una volta - come un ingiusto e gratuito riferimento alla condizione femminile come condizione «minorata» nello svolgimento di incarichi di responsabilità, facendo strame con una semplice battuta, di anni di evoluzione della donna nella società, incapace di tenere distinti la condizione personale ed i compiti di amministratore (se mestruata o se in menopausa, in ogni caso, incapace di anteporre alla condizione personale i temi aventi riflessi sulla responsabilità sociale che l'amministrazione di una società implica, compreso quello della sicurezza sui luoghi di lavoro)”.

Il Giudice ha anche posto in rilievo che l’episodio è ancor più grave considerato sia il contesto in cui la frase è stata rivolta, ossia la riunione sindacale, sia le vicende immediatamente successive: il lavoratore si era vantato della frase rivolta all’amministratore delegato davanti ad altri colleghi di lavoro. Si tratta, conclude la sentenza, di episodio che per il ruolo qualificato che il lavoratore rivestiva all’interno dell'azienda e per il contenuto intrinseco della frase, preclude la possibilità di proseguire il rapporto lavorativo.

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fonte: ilsole24ore//Ha detto all’Amministratore Delegato che le sue decisioni sono influenzate dal ciclo mestruale: il licenziamento è legittimo

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