Mala tempora currunt per i lavoratori, soprattutto per quelli – minoranza, certo, ma inevitabilmente destinata a conquistare i (dis)onori delle cronache – che bluffano sui propri tempi effettivi di operatività. Ciò vale, ancor di più, per i dipendenti pubblici: timbrare il cartellino, risultando così in attività, per poi dedicarsi ad altre ‘commissioni’ è non solo disdicevole ma anche condannabile. Legittimo arrivare anche – come esemplificato dalla vicenda di un autista comunale – agli arresti domiciliari (Cassazione, sentenza 21661/13). A legittimare il ricorso alla «misura cautelare degli arresti domiciliari», su cui non transigono né il Giudice per le indagini preliminari né il Tribunale del riesame, è la contestazione del «delitto di truffa ai danni dello Stato». Questo l’addebito a carico di un autista comunale, beccato, grazie ad appostamenti ad hoc dei carabinieri, a dare una mano, in orario d’ufficio, alla moglie – edicolante – nonostante la regolare timbratura del cartellino, sia in entrata che in uscita. Secondo l’uomo, però, non si può parlare di «truffa ai danni dello Stato», perché – viene spiegato nel ricorso proposto in Cassazione – «la natura dell’incarico di autista non sarebbe compatibile con tale sistema di controllo», quello della timbratura del cartellino, e, comunque, «i soggetti» da trasportare sono stati «sempre serviti». Dov’è, allora, l’elemento dell’«ingiusto profitto maturato con altrui danno», si chiede l’uomo? A rispondere sono i giudici della Cassazione, i quali si rifanno alla ricostruzione della vicenda, così come delineata nei precedenti gradi di giudizio. Ebbene, è acclarato il «grave quadro indiziario», sostenuto dalle «risultanze di appostamenti dei carabinieri»: l’uomo «usava recarsi regolarmente, in costanza di orario di lavoro, presso l’edicola di giornali della moglie, aiutandola nella attività, segna segnalare ciò al proprio datore di lavoro», e, ancor più in dettaglio, egli «timbrava il cartellino soltanto due volte: a inizio e a fine giornata di lavoro, omettendo così di segnalare le sue assenze intermedie». Nessun dubbio, quindi, per i giudici, sul fatto che con questa condotta l’uomo «si sottraeva ai suoi doveri, fruendo di una retribuzione» illegittima, poiché calcolata anche «in considerazione delle ore» ufficialmente trascorse in Comune ma in realtà impiegate «presso l’edicola della moglie».
Fonte: www.dirittoegiustizia.it //La Stampa - Cartellino fatale per l’autista comunale. Ufficialmente a lavoro, in realtà nell’edicola della moglie: domiciliari per truffa
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lunedì 7 ottobre 2013
Cartellino fatale per l’autista comunale. Ufficialmente a lavoro, in realtà nell’edicola della moglie: domiciliari per truffa
Lo Studio Legale Mancino si occupa di tutte le fasi dell'assistenza legale in sede penale, sia per la difesa delle persone sottoposte a procedimento, sia per la tutela delle vittime di reato come parti civili. Lo Studio opera anche in tutti gli ambiti del diritto civile, dalla contrattualistica, al diritto di famiglia, separazioni e divorzi, successioni, diritti reali, assicurazioni e responsabilità civile, diritto bancario, nonché nel settore del diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali. L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione. E' iscritto alle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Lo Studio è a disposizione dei Colleghi che hanno necessità di collaborazione e/o di domiciliazione per tutti gli uffici giudiziari compresi nelle circoscrizioni dei Tribunali di Ferrara e Bologna.
Dal 2018 l’Avv. Emiliano Mancino aderisce al progetto Difesa Legittima Sicura, una rete di professionisti sul territorio nazionale che dà tutela legale a chiunque sia vittima di violenza.
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