mercoledì 28 agosto 2013

Paga i danni la banca che divulga dati personali

Paga i danni la banca che divulga dati personali

Corte di cassazione - Sezione III civile - Sentenza 28 agosto 2013 n. 19790
   
Paga i danni la banca che divulga all’interno di un procedimento giurisdizionale i dati personali del giudice di primo grado al fine di screditare una sentenza da lui emessa contro l’istituto di credito. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza 19790/2013, respingendo il ricorso della banca contro la condanna a pagare 30mila euro a titolo di risarcimento.

La banca infatti aveva riferito i termini della controversia precedentemente avuta con il giudice suddetto, rivelando circostante inerenti la sua vita privata, conosciute per ragioni professionali, senza il consenso dell’interessato, così violando il Dlgs 196/2003.

La Cassazione ha dunque condiviso la ricostruzione del giudice di merito secondo cui “le informazioni erano state strumentalmente utilizzate allo scopo deliberato di censurare la sentenza impugnata non attraverso argomentazioni tecnico - giuridiche, ma screditando il giudice che l’aveva pronunciata”.

Secondo gli ermellini “è certamente consentito utilizzare in sede giudiziaria dati personali senza il consenso dell’interessato al fine di difendere un proprio diritto, ma tutte le sentenze che si sono pronunciate nel senso indicato hanno preso in considerazione la diffusione di dati personali della controparte dell’utilizzatore, mentre nella specie i dati personali diffusi riguardavano il giudice che aveva pronunciato la sentenza impugnata e miravano non a far valere un proprio diritto, ma unicamente a screditare il suddetto e, quindi, la sua sentenza”.

Fonte: ilsole24ore

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