martedì 13 giugno 2023

Furto di generi alimentari: lo stato di bisogno non è scriminante

 La causa di giustificazione dello stato di bisogno deve essere ricollegabile ad un bisogno impellente, e dunque ad una sottrazione minimale, destinata ad una immediata soddisfazione dell'esigenza alimentare non diversamente soddisfacibile e sempre imposta dalla necessità di evitare il pericolo di un danno grave alla persona. Questo è quanto emerge dalla sentenza 22 maggio 2023, n. 21900 della Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione.

Il caso vedeva un uomo senza fissa dimora, ritenuto responsabile del delitto di furto di generi alimentari, ricorrere per cassazione lamentando la mancata applicazione della scriminante dello stato di bisogno, ex art. 54 c.p., ricollegabile al proprio stato di indigenza economica.

Secondo gli ermellini, l'asserita situazione di indigenza non è, di per sé, idonea ad integrare la scriminante dello stato di necessità per difetto degli elementi dell'attualità e dell'inevitabilità del pericolo, atteso che alle esigenze delle persone che versano in tale stato è possibile provvedere per mezzo degli istituti di assistenza sociale (Cass. pen., Sez. V, 19 marzo 2008, n. 27049).

Si è ritenuto, infatti, che lo stato di bisogno dell'imputato non possa integrare la scriminante ex art. 54 c.p., e che non possa essere riconosciuto al mendicante che si trovi in ristrettezze economiche, poiché la possibilità di ricorrere all'assistenza di enti che la moderna organizzazione sociale ha predisposto per l'aiuto degli indigenti ne esclude la sussistenza, in quanto fa venir meno gli elementi dell'attualità e dell'inevitabilità del pericolo grave alla persona.

Nè la circostanza della destinazione del bene a soddisfare un bisogno alimentare esclude la configurazione del furto trattandosi pur sempre di un bene avente valore economico il cui impossessamento realizza un vero e proprio profitto laddove la destinazione al nutrimento si risolve nell'uso di cui l'autore dell'impossessamento fa del bene.

Si può affermare, quindi, che in tema di operatività dello stato di necessità con riferimento al reato di furto di generi alimentari, pur dovendosi ritenere corretta una interpretazione di tale scriminante che si riferisca alla esigenza di far fronte a un bisogno quale può certamente essere anche quello alimentare, la cui mancata soddisfazione in determinate circostanze ben potrebbe compromettere la salute della persona, occorre potere escludere in modo assoluto la sussistenza di ogni altra concreta possibilità, priva di disvalore sociale, di soddisfare diversamente quel bisogno evitando il danno altrui.

La stato di necessità deve consistere in forze estranee alla volontà dell'agente, che costringono costui ad agire in modo contrario al diritto penale oggettivo per sottrarre se stesso o altri al pericolo di un danno grave alla persona; il soggetto, in altri termini, deve trovarsi di fronte all'alternativa o di attendere inerte le conseguenze di un danno inevitabile alla persona ovvero di sottrarsi ad esso mediante un'azione od omissione prevista penalmente dalla legge.


Bonus condizionatori 2023

 Tra i bonus 2023 in materia edilizia puoi anche contare sul bonus condizionatori. Quanto speso per un nuovo impianto può infatti essere portato in detrazione nella dichiarazione dei redditi. 

Chi ha diritto al bonus condizionatori?

A prescindere dal tipo di agevolazione richiesta, il bonus spetta ai proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, locatari e comodatari dell’immobile in cui vengono installati i condizionatori. Le agevolazioni possono esser utilizzate anche dai familiari conviventi o dai conviventi di fatto che sostengano la spesa e siano intestatari delle fatture di spesa.

È importante ricordare che chi è in affitto o in comodato d’uso e installa a proprie spese l’impianto di condizionamento (con il benestare del proprietario), al cessare del contratto mantiene il diritto a detrarre le quote residue del bonus. 

Allo stesso modo, in caso di vendita dell’immobile in cui siano presenti i condizionatori non interamente detratti, il vecchio proprietario può accordarsi con il nuovo per mantenere o cedere il diritto a detrarre le restanti quote di bonus. La decisione va riportata nel rogito d’acquisto. Questa opzione non è valida solo per il bonus mobili, che segue sempre chi ha sostenuto la spesa.

Il bonus condizionatori al 50%

Due diversi bonus condizionatori possono sfruttare la detrazione del 50% della spesa sostenuta: il bonus casa e il bonus mobili.

Detrarre i condizionatori con il bonus casa

Questa detrazione prevede il recupero del 50% della spesa sostenuta in 10 anni, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro. Il bonus casa maggiorato al 50% (normalmente è al 36%) scade a fine 2024.

In questa casistica ricadono i condizionatori che permettono di conseguire un risparmio energetico per l’abitazione, certificato dal produttore o dall’installatore. Non serve che l’impianto sia abilitato al riscaldamento invernale perché siamo nell’ambito della ristrutturazione straordinaria, cioè stiamo usando il bonus casa. 

Per usufruirne occorre pagare con bonifico parlante, che riporti i codici fiscali di chi usufruisce della detrazione, la partita Iva di chi lo vende e/o lo installa e il riferimento alla fattura d’acquisto oltre che alla normativa (art. 16-bis del TUIR) e occorre inviare via web a Enea apposita comunicazione di avvenuta installazione entro 90 giorni dall’installazione o dal collaudo.

Detrarre i condizionatori con il bonus mobili

Questa detrazione prevede il recupero del 50% della spesa sostenuta in 10 anni, con un limite massimo di spesa di 8.000 euro nel 2023 e di 5.000 euro nel 2024.

L’acquisto di questo elettrodomestico si può scaricare dal 730, non è ammesso lo sconto in fattura o la cessione del credito, se avviene nell’ambito di una ristrutturazione straordinaria dell’immobile. In pratica, se stiamo ristrutturando ad esempio l’impianto elettrico di casa o quello idraulico rifacendo il bagno, possiamo comprare i condizionatori da destinare all’immobile agevolato utilizzando il bonus mobili. L’importante è che la data di inizio lavori di ristrutturazione sia antecedente a quella di acquisto dei condizionatori e che la ristrutturazione si riferisca all’anno precedente o a quello in corso in cui si intende usare il bonus mobili.

Non occorre pagare con bonifico parlante, ma è fondamentale utilizzare mezzi di pagamento tracciabile: quindi non sono ammessi i pagamenti in contanti.

Inoltre, serve avere lo scontrino o la fattura che riportino il codice fiscale di chi ha sostenuto la spesa e vuole detrarla nel 730 oltre alla descrizione dettagliata dell’acquisto fatto.

Ricorda che per il bonus mobili non è obbligatorio inviare i dati tecnici del condizionatore acquistato ad Enea ma è bene farlo. L’ente tiene infatti traccia di ogni tipo di intervento mirato a riqualificare energeticamente il parco immobili italiano.

Il bonus condizionatori al 65%: l'ecobonus

Questa detrazione prevede il recupero del65% della spesa sostenuta in 10 anni, con un limite massimo di spesa di 46.154 euro. L’ecobonus maggiorato al 65% scade a fine 2024.

In questa casistica ricadono i condizionatori a pompa di calore che permettono di conseguire un risparmio energetico per l’abitazione, certificato dal produttore o dall’installatore. L’impianto deve essere abilitato al riscaldamento invernale e lo deve sostituire.

Per usufruirne occorre pagare con bonifico parlante, che riporti i codici fiscali di chi usufruisce della detrazione, la partita Iva di chi lo vende e/o lo installa e il riferimento alla fattura d’acquisto oltre che alla normativa (Legge 296/2006).

In questo caso gli adempimenti sono maggiori, proprio perché la detrazione è più alta, infatti occorre inviare ad Enea tramite il suo sito entro 90 giorni dal termine dell’installazione o del collaudo dell’impianto:

- l’asseverazione di un tecnico abilitato;

- la scheda informativa degli interventi realizzati in cui riportar l’importo delle spese sostenute, il risparmio energetico ottenuto (tramite attestato di prestazione energetica), i dati catastali e personali di chi detrae la spesa.

Il superbonus condizionatori

L’installazione dei condizionatori ex novo o la sostituzione di quelli esistenti, se viene fatta all’interno di uno degli interventi edilizi che permettono di conseguire un miglioramento di 2 classi energetiche all’immobile oggetto dell’intervento, viene considerata come lavoro trainato e per questo può utilizzare il Superbonus sfruttato per gli interventi trainanti. 

L’importante è che l’installazione avvenga all’interno dell’arco temporale in cui avviene l’intervento che dà diritto al superbonus. 

Ferrara: Violentò minore in auto. Condanna a dieci anni per il pedofilo seriale

Ieri la sentenza del Tribunale nei confronti uno straniero di 32 anni. Al termine dell’udienza la vittima, ora maggiorenne, ha pianto. É sta...