Attività forense equiparata ad un servizio pubblico essenziale e dunque non comprimibile all'interno di un area specifica neppure in caso di parziali lockdown. L'importante riconoscimento non arriva però da un organo giurisdizionale bensì amministrativo: la Regione Campania ha infatti riconosciuto, in risposta ad un quesito presentato dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, agli oltre 100 avvocati di Arzano – comune dell'hinterland napoletano dichiarato zona rossa - di poter raggiungere i Tribunali della penisola per discutere le cause dei propri clienti.
"Le prestazioni legali – si legge nella risposta a firma del vicecapo di gabinetto della Regione Campania -, in quanto incidono sulla funzionalità dei servizi pubblici essenziali connessi alla somministrazione della giustizia, sono da ritenersi equiparati alle relative prestazioni indispensabili, come chiarito anche dalla giurisprudenza costituzionale. Nei limiti strettamente necessari a tale attività, pertanto, risulta consentito, a termini di ordinanza, l'allontanamento dal territorio comunale da parte degli avvocati".
"Di fatto, quindi – commenta il Coa -, le prestazioni degli avvocati sono equiparate ai servizi essenziali, creando un importante precedente per la Campania e per l'intera nazione".
Il Consiglio dell'ordine di Napoli Nord, infatti, il 22 ottobre scorso, con una atto a firma del Presidente Gianfranco Mallardo, aveva chiesto ufficialmente alla Regione di autorizzare gli spostamenti degli avvocati da e per il Comune di Arzano "per recarsi a patrocinare le cause nei diversi uffici giudiziari, tutti presenti al di fuori di tale Comune", che per effetto dell'ordinanza della Giunta regionale (n. 82 del 20 ottobre 2020) era stato dichiarato zona rossa con conseguente "divieto di allontanamento" e di "accesso".
Nella lettera indirizzata a De Luca si evidenziava infatti come un vuoto normativo rendesse di fatto impossibile per gli avvocati arzanesi raggiungere i Tribunali in quanto le attività di assistenza legale e difesa innanzi all'Autorità Giudiziaria non sono state espressamente "considerata tra le attività escluse dal divieto di allontanamento". Sì è così evitato, conclude la nota del Coa, che i cittadini venissero "privati dell'assistenza dei loro difensori, con pregiudizio irreparabile per le decadenze che si sarebbero verificate", oltre al rischio per gli avvocati di essere "esposti a responsabilità civile e penale (per abbandono di difesa) perché impossibilitati al rispetto degli obblighi assunti con i loro clienti".
(fonte:www.ilsole24ore.com)
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